Marche rosso fisso: due posti letto su tre occupati per Covid. Rianimazioni al 61%, oltre il doppio del tetto massimo

Marche rosso fisso: due posti letto su tre occupati per Covid. Rianimazioni al 61%, oltre il doppio del tetto massimo
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 23 Marzo 2021, 02:00

ANCONA - Nelle Marche due posti letto ospedalieri su tre sono ormai occupati da pazienti Covid e le percentuali di saturazione delle terapie intensive per l’epidemia ormai da diversi giorni sono oltre il doppio della soglia critica individuata dal ministero della Salute nel monitoraggio delle Regioni.

Non si dovrebbe superare il 30% dei posti totali di rianimazione, per non mandare in affanno il sistema sanitario regionale inceppando la sanità no-Covid e gli interventi chirurgici, invece con i 152 ricoverati ieri nelle rianimazioni marchigiane (+6 su domenica) siamo al 61% dei 248 posti disponibili per i malati che necessitano di terapie intensive. E la quota di saturazione non s’è impennata ulteriormente solo perché alcuni ospedali - come Torrette e Marche Nord - hanno fatto i salti mortali per aumentare i letti in area critica, 15 in più in una settimana, a scapito delle attività operatorie non urgenti.


La scorta ridotta
E nel frattempo si è assottigliata la “scorta” di posti attivabili con ulteriori step del piano pandemico, passati a 40 a 16. Non va meglio nei reparti di area medica non intensiva (Malattie infettive, Medicina Generale e Pneumologia) dove ieri erano ricoverati 768 pazienti Covid (+7 in 24 ore) pari al 65% del totale, mentre la Cabina di regia raccomanda di non superare il 40% per non mettere in crisi la resilienza del sistema sanitario regionale. Secondo le rilevazioni quotidiane di Agenas (l’Agenzia per i servizi sanitari regionali presso il ministero della Salute) le Marche sono in assoluto la regione con il sovraccarico ospedaliero più pesante dovuto all’epidemia. Già una settimana fa la nostra regione registrava la saturazione più alta in area medica non critica (59%), mentre erano al secondo posto nelle terapie intensive (51%), dietro all’Umbria (58%).

Ma la situazione è peggiorata e ora le Marche guidano la scomoda classifica sia per le terapie intensive (61%, seconda la Lombardia al 57%) che in area medica non critica (65%, secondo il Piemonte al 59%).


Le dimissioni
In tutto i ricoveri per Covid nelle Marche ieri erano 920, con un +13 sul giorno prima, nonostante le 36 dimissioni e gli 11 decessi riferiti a domenica. Ma poi vanno aggiunti 239 positivi assistiti nelle Rsa territoriali e altri 151 nei pronto soccorso, che nella fase 2 non vengono contabilizzati come ricoverati in senso stretto nei bollettini del Servizio Salute. In tutto arriviamo a 1.310 malati di Coronavirus presi in carico dalle strutture sanitarie marchigiane, ben oltre il picco di 1.168 raggiunto a fine marzo 2020, quando i report non “spacchettavano” i malati nelle Rsa e nei pronto soccorso. C’è da sperare che la zona rossa - scattata a geometria variabile per province dal 3 marzo - abbassi in fretta la curva dei contagi, che sta scendendo ma non con la pendenza sperata. Nell’ultima settimana comunque - con i 265 positivi emersi ieri riferiti alle analisi di domenica - i nuovi contagi sono scesi di nuovo sotto quota 5mila: esattamente 4.848, il 5,5% in meno della settimana precedente, anche se il numero dei sintomatici è salito da 569 a 578. L’incidenza settimanale dei nuovi positivi è scesa da 336 casi ogni 100mila a 318, ma si resta ben al di sopra della quota di 250 fissata dal Governo come passepartout per uscire dalla zona rossa. Il ritmo sostenuto delle guarigioni-dimissioni (ieri 347) ha consentito comunque di riportare ieri il totale dei positivi attuali (ricoveri più isolamenti domiciliari) di nuovo sotto quota 10mila, come non accadeva dal 3 marzo. Notizia incoraggiante offuscata purtroppo dal bollettino dei decessi. Ieri altri nove, che portano il totale nelle Marche a 2.521. La più giovane delle vittime una fabrianese di 58 anni senza altre patologie.

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