Domani in giallo, ma venerdì arriva il nuovo Dpcm che cambia i parametri per la zona rossa in base ai contagi: quanto rischiano le Marche

Domani in giallo, ma venerdì arriva il nuovo Dpcm che cambia i parametri per la zona rossa in base ai contagi: quanto rischiano le Marche
di Martina Marinangeli
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Domenica 10 Gennaio 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 09:56

ANCONA - Rischia di essere una parentesi molto breve, quella delle Marche in zona gialla. Tra venerdì e sabato prossimi, infatti, il governo nazionale intende varare un nuovo decreto con misure restrittive potenziate che potrebbe vedere il territorio tingersi addirittura di rosso. E domani ci sarà il vertice tra Stato e Regioni per definire le norme da adottare. Dopo l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento nelle fasce – 1 per l’arancione, 1,25 per la fascia di rischio più alta –, l’esecutivo sta valutando un ulteriore giro di vite: se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti, scatta in automatico la zona rossa. 

 
La mappa
E, stando ai dati aggiornati a venerdì, sono cinque le Regioni che supererebbero la soglia: Veneto, con 454,31 casi per 100mila abitanti, Emilia-Romagna (242,44), provincia di Bolzano (231,36), Friuli Venezia Giulia (205,39) e, appunto, le Marche (201). La proposta, arrivata dal Comitato tecnico scientifico, ha suscitato le perplessità dei governatori e sarà al centro del confronto – insieme al tema ristori – convocato dal ministro Francesco Boccia per domani mattina, a cui prenderanno parte, oltre alle Regioni, Anci, Upi ed il titolare del dicastero della Sanità Roberto Speranza.


Il tracciamento
Al momento, nessuna regione sarebbe sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, quella che, secondo la cabina di regia, permetterebbe «il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti». L’incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti. Con il Dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio, il governo Conte avrebbe anche già deciso di prolungare la misura dei weekend arancioni, in cui gli spostamenti nel proprio Comune sono liberi ed i negozi aperti, ma bar e ristoranti restano chiusi per tutta la giornata, al netto di asporto e consegne.

Rimane in vigore il coprifuoco dalla 22 alle 5. 


I divieti
Tra gli altri provvedimenti su cui si sta ragionando, quello che impedisce la circolazione tra le Regioni - anche tra quelle in fascia gialla - se non per motivi di urgenza, lavoro e salute. Nelle Regioni arancioni, invece, potrebbe essere prevista la deroga che consente a chi abita nei Comuni con un massimo di 5mila abitanti di spostarsi, ma solo in un raggio di 30 chilometri e senza andare nei capoluoghi di provincia. La stessa introdotta a dicembre. Nelle Regioni rosse, infine, si pensa di mantenere le restrizioni natalizie che consentivano le visite a parenti e amici solo a due adulti con minori di 14 anni. Sembrerebbe confermata anche la scelta di mantenere, nelle Regioni gialle, la chiusura dei ristoranti e dei bar alle 18 durante la settimana, consentendo dopo questo orario soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Insomma, il nuovo decreto porterà con sé una stretta atta a piegare la curva del contagio, ancora su livelli troppo alti per poter allentare la presa. 


Il nodo da sciogliere
E l’automatismo della zona rossa in caso di superamento dei 250 casi ogni 100mila abitanti – che potrebbe far cambiare colore anche alle Marche – si inserisce in questo quadro. Ma il ragionamento che serpeggia tra amministratori e dirigenti sanitari è che, questa misura, potrebbe finire per penalizzare le regioni che fanno il maggior numero di tamponi ed essere una sorta di disincentivo al contact tracing. Inoltre, non terrebbe conto della diversa situazione delle strutture ospedaliere nei vari territori.

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