Marche verso l’arancione, oggi il vertice con il governo. Rischiano in nove, restrizioni da domenica. Dubbi sull'asporto: favorisce gli assembramenti

Marche verso l’arancione, oggi il vertice con il governo. Rischiano in nove, restrizioni da domenica. Dubbi sull'asporto: favorisce gli assembramenti
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 14 Gennaio 2021, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 09:12

ANCONA - Nove regioni, tra cui le Marche, in arancione e tre in rosso. Potrebbe essere questa la nuova mappa a colori dell’Italia in piena pandemia da Covid con il Dpcm che dovrebbe entrare in vigore domenica prossima. Il condizionale è d’obbligo visto che oggi si terrà un altro confronto tra Stato e Regioni, prima di avere la stesura definitiva delle misure governative post festività natalizie.

Ma sostanzialmente il nuovo un nuovo decreto dovrebbe confermare il divieto di spostamento tra regioni, strettamente legato alla proroga dello stato di emergenza, che resterà tale almeno fino al 30 aprile (il Cts aveva chiesto di mantenerlo fino al 31 luglio). Spuntano però anche opzioni di alleggerimento che, visti i dati, sembrano comunque ancora lontane dall’essere applicate: il Governo infatti ha intenzione di prevedere anche una quarta area, bianca, solo con incidenza sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti e Rt sotto a 1, fermo restando le misure delle mascherine e del distanziamento.


I colori
Fino a ieri sera il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, non aveva ricevuto indiscrezioni sul nuovo Rt settimanale, anche se gli esperti della Regione l’avrebbero valutato a 0,97. Un indice di contagio che meriterebbe la zona gialla, non fosse per i tre focolai nelle strutture ospedaliere di Urbino, Fermo e Macerata e per i dati sui ricoveri che non accennano a diminuire. Così le Marche sarebbero votate all’arancione assieme a Lazio, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Puglia, Umbria, Piemonte, Trentino Alto Adige. In questa fascia al momento ci sono già Calabria, Veneto, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna. Toscana, Sardegna e Molise potrebbero rimanere in zona gialla.


Il report
A chiarire il quadro sarà il report della cabina di monitoraggio, di cui si avrà una bozza già nelle prossime ore. Le ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, entreranno in vigore però solo domenica 17 gennaio mente per sabato l’ipotesi prevalente è che resti valida l’attuale colorazione.

In attesa che il prossimo dossier sui territori finisca sul tavolo del ministro della Salute, è proprio quest’ultimo ad annunciare numeri per niente confortanti. Già nell’informativa alla Camera Roberto Speranza parla cifre in peggioramento. «A livello nazionale - spiega - il tasso di occupazione delle terapie intensive torna ad attestarsi sopra la soglia critica del 30% e c’è un drammatico mutamento dell’indice di rischio attribuito alle Regioni: 12 regioni e province autonome sono ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato di cui 2 in progressione a rischio alto e una sola regione è a rischio basso». Se è vero che il provvedimento manterrà le principali misure dell’attuale decreto, è anche vero che verranno previsti riteri che abbasseranno le soglie per l’inserimento delle regioni in zona arancione o rossa. Tra queste, l’abbassamento della soglia dell’Rt e l’intervento sui cosiddetti indici di rischio: con 1 si va automaticamente in zona arancione, con 1,25 in zona rossa. E potrebbero ora finire in arancione anche tutte quelle classificate a rischio alto secondo i 21 parametri.


Ipotesi in campo
Potrebbe invece restare solo un’indicazione, l’attuale regola che consente una volta al giorno a massimo due persone di andare a trovare parenti e amici, così come già avvenuto durante le vacanze di Natale. Restano ancora chiusi gli impianti di sci mentre si apre uno spiraglio sul fronte del turismo culturale di prossimità: i musei potrebbero riaprire nelle regioni in area gialla. Verrà inoltre confermato il divieto di spostamento tra le regioni, anche quelle gialle, il coprifuoco dalle 22 alle 5 e l’apertura dei ristoranti fino alle 18 nelle zone gialle. Sarà poi introdotto il divieto di vendita d’asporto per i bar a partire dalle 18 per evitare gli assembramenti causati dalla movida. Ma su quest’ultimo punto è ancora aperta una trattativa con le regioni, che chiedono di limitare solo alle bevande il divieto di asporto. 

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