Marche arancioni, poco male ma è bagarre politica. Il governatore: «Accanimento ideologico». Il Pd: «Ammettete i gravi errori fatti»

Il controllo del Green Pass
Il controllo del Green Pass
di Massimiliano Petrilli
4 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Febbraio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 14:51

ANCONA - Giro di vite per i non vaccinati. Da oggi infatti le Marche sono in zona arancione ed entrano in vigore ulteriori restrizioni ma solo per tutti coloro che non esibiscono il Green pass (base o rinforzato). Mentre per chi ha ricevuto il booster la certificazione da oggi non avrà più scadenza.

Paxlovid, da mercoledì le nuove pillole per sconfiggere il Coronavirus. In una settimana registrati diecimila casi in meno

 
Il dibattito
Il nuovo colore delle Marche ha scatenato una bagarre politica.

Il governatore Acquaroli ha ribadito, con un post su Facebook, le proprie critiche al sistema dei colori ancora in vigore sottolineando come «le chiusure e le restrizioni oggi sono percepite come un accanimento ideologico, ingiustificato e dannoso» per questo «dal Governo ci aspettiamo semplificazione e comprensione e, se davvero ancora le restrizioni servono, allora occorre aiutare le imprese, altrimenti facciamole lavorare». «Affermazioni discutibili - ribatte Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale Pd - Come al solito il governatore sottovaluta la situazione che, seppur in miglioramento, meriterebbe un atteggiamento più responsabile».


L’impatto
Acquaroli nel suo post sottolinea che «quasi sempre, seppur non perfettamente in linea con gli indirizzi del Governo, ho tenuto un atteggiamento collaborativo, riconoscendo anche la complessità della gestione della pandemia. Questa volta però non posso esimermi dall’esternare la mia forte perplessità non tanto per il passaggio di colore che ci toccherà da domani, ma per l’approccio alla fase che stiamo vivendo nei nostri territori. La gente è stanca, disorientata, perplessa e sfiduciata, anche dall’enorme massa di prescrizioni burocratiche che cambiano di continuo.  Ormai sono trascorsi due anni dall’inizio di questo incubo, e se in tante occasioni le chiusure e le restrizioni sono state necessarie, oggi sono percepite come un accanimento ideologico, ingiustificato e dannoso. Secondo i tecnici e i consulenti del Ministero queste misure sono ancora necessarie. Non tocca a me esprimermi perché non sono né virologo né tantomeno medico ma, in questa occasione, non posso tacere le perplessità. L’impatto sociale ed economico è fortissimo, nei giovani, nelle piccole imprese e in molti ambiti però, davanti alla sicurezza e alla salute, davanti alla tenuta del sistema sanitario, nessuno ha opposto resistenza. Oggi la percezione è diversa, nei pronto soccorso, nelle terapie intensive e anche nelle strutture ospedaliere. Non voglio dire che è tutto passato, ci mancherebbe, ma la situazione è completamente diversa rispetto alle prime tre ondate».

«Sarebbe auspicabile un approfondito esame di coscienza da parte del Presidente Acquaroli e della sua Giunta: ammettere i gravi errori commessi sarebbe un segno di maturità politica, di correttezza e di trasparenza nei confronti dei cittadini» la replica del democrat Mastrovincenzo. «Da mesi il gruppo Pd denuncia un incremento non veritiero del numero dei posti di terapia intensiva disponibili, con l’unico intento di sfuggire al cambio di zona. Da mesi chiediamo più hub vaccinali, più tamponi, l’apertura di Covid hotel per arginare il contagio. Da mesi - sottolinea Mastrovincenzo - chiediamo un atteggiamento più responsabile dell’assessora alla cultura e alla scuola che con le sue pericolose dichiarazioni ha costantemente messo in dubbio l’efficacia dei vaccini. Da mesi chiediamo un assessore alla sanità che dia risposte concrete ai cittadini invece di sparare annunci esilaranti e numeri non rispondenti alla realtà». 

Al netto delle polemiche, da oggi il Green pass non è obbligatorio per spostarsi con il taxi, utilizzare lo scuolabus, accedere ai negozi di alimentari, farmacie e parafarmacie, distributori di carburante, ottici, negozi per animali e di articoli medicali e ortopedici, uffici pubblici per esigenze primarie. Così come non serve la certificazione tra l’altro per fare attività sportiva o motoria all’aperto, effettuare attività riabilitative e terapeutiche. Per tutto il resto, dal barbiere al ritiro della pensione alle poste, dal cappuccino al bancone del bar al soggiorno in hotel, dal cinema agli stadi o palas bisogna esibire la certificazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA