La task force per la terza dose è solo sulla carta, la dg Asur Storti: «Subito in moto per personale, orari e impianti»

Nadia Storti, dg dell'Asur Marche
Nadia Storti, dg dell'Asur Marche
di Martina Marinangeli
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Domenica 14 Novembre 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 15:23

ANCONA - La data segnata in rosso sul calendario è quella del 1 dicembre, quando la possibilità di accedere alla terza dose verrà estesa anche alla fascia 40-60 anni. La campagna vaccinale tornerà così, di fatto, ad essere di massa e bisogna farsi trovare pronti con spazi e unità di personale adeguati. Regione e strutture sanitarie hanno condiviso un piano d’attacco in nove punti – anticipati ieri dal Corriere Adriatico – per non mancare la deadline. Certo le criticità stavolta sono molte. 

L’organizzazione degli hub
«Finora, nei centri vaccinali abbiamo somministrato le dosi sia in modalità open day che con la prenotazione – spiega la d.g.

dell’Asur Nadia Storti -, ma la cosa migliore sarebbe che tutti si registrassero, poiché chi arriva senza prenotazione, di solito non porta con sé i moduli per il consenso informato e la trafila porta via tempo. Chi si prenota, invece, arriva con i documenti scaricati dal sito e già compilati». La modalità con cui si sta già ora procedendo prevede che due terzi delle linee produttive degli hub siano destinate ai prenotati, mentre un terzo ai non prenotati. Al Paolinelli di Ancona, per esempio, il rapporto è di cinque a due. 


Gli orari da omologare
Altro punto in agenda, l’omogeneizzazione degli orari di apertura dei centri vaccinali: «In generale – prosegue la dg – gli hub sono aperti dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20, ma in certi casi si pongono delle criticità. A Fano, per esempio, perché siamo dentro ad un centro commerciale che apre alle 9. Oppure nell’area vasta 2: se nel Fermano c’è un solo punto vaccinale dove si può concentrare tutto il personale, nell’av2 ci sono Jesi, Fabriano, Senigallia ed Ancona: diventa difficile rendere omogenei gli orari perché servirebbe più personale». 


La criticità si è aggravata
Criticità, quest’ultima, che si è aggravata negli ultimi giorni: «avevamo 56 medici ed infermieri inviati dalla Protezione civile nazionale per le vaccinazioni, ma i contratti stanno scadendo. Il 4 novembre sono scaduti quelli nell’area vasta 3, il 9 novembre nell’av 2, e da qui a fine mese scadranno tutti. Il ministero dice che li rinnoveranno dal 22 novembre, ma fino a quella data dobbiamo lavorare solo con i nostri, che oltre ai vaccini anti-Covid fanno anche quelli anti influenzali ed i tamponi».

Poi, si cercano spazi adeguati per ospitare una campagna vaccinale che torna ad essere di massa – nei mesi di picco, si era arrivati a 14mila somministrazioni al giorno; ora ci si assesta su una media di 4-5mila –, di concerto con i sindaci. «Abbiamo già fatto un passaggio su Jesi e lunedì è previsto un incontro con il primo cittadino ed il dipartimento – aggiorna l’agenda Storti –: il centro di San Francesco è troppo piccolo e bisogna trovarne un altro. Una condizione che potrebbe riguardare anche altri Comuni». 


Ancona è un problema
Persino ad Ancona, che può contare su uno spazio ampio come quello del Paolinelli, «servirebbe un altro punto vaccinale, ma non sembrano esserci strutture disponibili». Infine, i due camper vaccinali che stanno girando per il territorio, hanno già iniziato a supportare le attività degli hub in caso di necessità. Come a Fermo, dove nei giorni scorsi c’è stato un importante afflusso di persone ed uno dei camper è stato messo di supporto.

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