Super Green pass. Il sindaco Mancinelli: «Sì, protegge la normalità che abbiamo conquistato». L'assessore Latini: «No, obbligo che divide i cittadini imposto da un decreto»

Il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli (Pd) e l'assessore regionale Giorgia Latini (Lega)
Il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli (Pd) e l'assessore regionale Giorgia Latini (Lega)
di Martina Marinangeli
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Venerdì 26 Novembre 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 14:04

ANCONA - Super Green Pass, in una doppia intervista l'opinione del sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, Pd, e dell'assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini, Lega.

Super Green pass, le associazioni di categoria sulla misura anti Covid: «Dallo sport agli alberghi, è meglio che rischiare il lockdown»

Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona e presidente Anci Marche, come valuta le nuove misure introdotte con il decreto approvato mercoledì in Consiglio dei ministri? In particolare, cosa ne pensa del super green pass, che introduce una “doppia velocità” tra vaccinati e non?
«Le valuto in modo assolutamente positivo e le condivido totalmente. Mi sembra che siano di assoluto buon senso e di necessaria fermezza, per difendere quel po’ di normalità riconquistata e per difendere quel po’ di ripresa economica, di lavoro e, dunque, di libertà vera riconquistate».


Il governatore Francesco Acquaroli, in un’intervista rilasciata sulle pagine di questo giornale, ha affermato che il super green pass rischia di creare ulteriori tensioni: è d’accordo?
«No, non credo. E comunque, un modo per abbassare le tensioni è che tutte le forze politiche, tutti coloro i quali hanno responsabilità di governo, siano compatti nel sostenere le misure introdotte per contenere la diffusione del Covid. Questo aiuta a limitare eventuali attriti e, anche, a dare meno alibi a chi invece vuole solo soffiare sul fuoco e, magari, alimentare altre tensioni».


Anche il premier Mario Draghi ha sottolineato come il miglior deterrente per eventuali tensioni sia il funzionamento delle misure introdotte per contenere il contagio: è in linea con questo pensiero? 
«Sì, le tensioni si alleggeriranno, come dice ancora una volta giustamente il presidente Draghi, con il funzionamento delle misure e con i risultati, positivi per tutti, che queste daranno, così come li ha dati il Green pass».


A proposito del Green pass base - quello cioè che è possibile ottenere anche con il tampone -, con il decreto approvato mercoledì viene prevista la sua estensione anche ai mezzi del trasporto pubblico locale (finora era limitato al trasporto aereo ed a quello ferroviario nazionale): si rischieranno rallentamenti per i controlli? 
«Sui controlli per i mezzi del trasporto pubblico locale – con quali mezzi e come effettuarli - sicuramente avremo informazioni più dettagliate nei prossimi giorni.

Comunque, non credo si verificheranno più di tante criticità. Attendiamo le indicazioni precise».


Le regole del nuovo decreto basteranno, a suo avviso, a far trascorrere festività, per quanto possibile, normali?
«Basteranno per passare un Natale normale? Almeno per i nostri concittadini vaccinati o che si accingeranno a vaccinarsi? Le previsioni, su questo, neanche il mago Zurlì riuscirebbe a farle. Sicuramente, credo che senza queste misure ulteriori, il rischio di avere un Natale non normale sarebbe stato sicuramente più alto. Quindi, quanto saranno sufficienti non lo so: quello che so con certezza è che senza queste misure il rischio sarebbe stato di molto maggiore».


Lei ha ricevuto il ciclo vaccinale primario con le prime due dosi: ha già fatto anche la terza dose? 
«Non l’ho ancora fatta, ma l’ho già prenotata. Riceverò la terza dose la mattina del 7 dicembre, perché i mesi della seconda mi scadevano in questi giorni e quindi prima non avrei potuto comunque farla. Se così non fosse stato, l’avrei fatta anche prima. Il 7 dicembre è il primo giorno utile dopo la scadenza dei miei sei mesi dalla precedente dose».

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Giorgia Latini, assessora regionale alla Cultura e all’Istruzione, con il nuovo decreto, è passato il super green pass che prevede una “doppia velocità” tra vaccinati (e guariti) e non per le attività ricreative: come valuta questa misura? 
«Mi chiedo se questo modo di risolvere questioni così importanti sia la più adeguata per affrontare le emergenze sanitarie. Si impone un “obbligo” che non è previsto da una legge dello Stato, ma da un decreto. E sulla base di questo “obbligo” si distinguono diverse categorie di cittadini. Dimentichiamoci per un attimo della pandemia e poniamola come questione più generale: è la strada più adeguata in uno Stato di diritto, per di più per risolvere una situazione (certamente in evoluzione) ma che prosegue da ormai due anni? Dovremmo ribaltare la questione: sarebbe ragionevole, per un corretto monitoraggio, che il tampone ogni 48 ore fosse previsto anche per i vaccinati. Abbiamo visto infatti che anche chi ha ricevuto il vaccino può contrarre e trasmettere il Covid».


Dopo qualche dubbio iniziale, anche la Lega ha votato a favore del documento in Consiglio dei ministri: c’è stato un ripensamento? Sì è deciso di seguire la linea dei governatori del nord? 
«Nei partiti esistono posizioni e sensibilità differenti, soprattutto quando si tratta di temi delicati come questo. La coesistenza di queste sfumature è il presupposto di qualsiasi gruppo sociale. Il problema è che spesso dall’esterno queste sfumature vengono lette in maniera esasperata: porre dei dubbi significa essere no vax, parlare dell’importanza del vaccino significa aderire ad una “religione”. Tra l’altro, sottolineo che la Lega, in più occasioni, anche in Conferenza Stato-Regioni, ha sollevato perplessità sull’estensione del super green pass nelle zone bianche come le Marche».


Si parla di vaccini anti Covid per la fascia 5-11 anni a stretto giro di posta. Già in precedenza, si era detta contraria a questa misura: è ancora di questo avviso? Se sì, perché?
«Visto che i bambini hanno un rischio ridottissimo di contrarre la malattia e non sono vettori pericolosi per le categorie più fragili - che tra l’altro sono state vaccinate proprio per prevenire forme gravi di Covid -, credo sia opportuna una maggiore riflessione. Se se ne parla non mi scandalizza, ma parlarne vuol dire accettare di assumere pro e contro, e poi decidere. Sottolineo, inoltre, che l’espulsione dal green pass per i bambini fino a 12 anni è un’azione a cui la Lega ha creduto sin dall’inizio».


All’inizio di quest’anno ha dovuto affrontare il virus in prima persona. Nel frattempo, ha avuto modo di ricevere il vaccino? 
«Trovo che questa modalità di porre la questione non sia corretta. Da un lato siamo diventati tutti tutori della privacy e dei dati sensibili (basti ricordare il polverone – giusto - sollevato dal caso Cambridge Analytica). Poi all’improvviso diventa normale esporre le persone a questo trattamento mediatico. Se io fossi esentata dal vaccino per gravi motivi di salute, questo atteggiamento mi costringerebbe a rivelarlo infrangendo lo spazio privato della mia persona. La politica deve perseguire il bene comune, che contempera diversi ambiti e non solo quello della salute dei cittadini. Ritengo pertanto che anche su questo metodo, divenuto quasi normale, si debba fare molta attenzione».

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