Il diktat per l'anno scolastico in partenza: «Guai a voi se ci mettete in Dad». Parlano i protagonisti aspettando il governo

Stop alla scuola a distanza per l'anno scolastico 2021/2022
Stop alla scuola a distanza per l'anno scolastico 2021/2022
di Véronique Angeletti e Martina Marinangeli
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Venerdì 27 Agosto 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 15:31

ANCONA - «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie»: non basta più citare la celebre poesia Soldati di Ungaretti. Per la scuola è arrivato il momento di fare un passo avanti dopo due stagioni azzoppate del Coronavirus e inzeppate di didattica a distanza. Aspettando la decisione finale del governo sul come ci si dovrà comportare quando si scopre che un alunno è positivo, parlano tutti i protagonisti dell’istituzione scuola per rappresentare un’esigenza ormai acclarata. Quella di garantire ai ragazzi le lezioni in presenza per evitare di scoprire dai test Invalsi della regressione e delle lacune formative. 

CINZIA VITALETTI - DOCENTE
Scuola media Marco Polo - Fabriano
«Stare a casa significa che i ragazzi più fragili mollano: è una sconfitta»

Cinzia Vitaletti insegna inglese alla scuola media “Marco Polo” di Fabriano. Ha sperimentato che per ragazzi fragili, la Dad spezza il legame con il professore e l’alunno può perfino abbandonare la scuola. «Per non ritornare in Dad, sarebbe importante non avere più le classi superaffollate, il che ci consente di applicare con maggior efficacia il distanziamento, le mascherine. L’anno scorso avevamo delle classi di 25, che poi diventano 26 con il docente, 28 con gli insegnanti di sostegno se ci sono ragazzi disabili. Il numero era quello e ciò nonostante la preside abbia dislocato le classi numerose in aule più grande».

Perché per molti docenti è importante insegnare quest’anno in presenza?
«La pecca della Dad è la distanza tra insegnanti e gli alunni. Una distanza fisica che diventa psicologica. C’è un linguaggio non verbale che attraverso lo schermo non passa. Agli alunni, quelli più timidi, più introversi, basta un cenno, uno sguardo dell’insegnante per incoraggiare, per fare capire che quello che stanno facendo va bene. La Dad non è un problema per gli alunni che psicologicamente sono più forti, ma chi è in difficoltà, anche per motivi familiari o sociali, perdere il contatto con l’insegnante può essere grave. Ci sono stati casi di alunni che non si collegavano e che abbiamo perso perché avevamo perso fiducia in se stesso. E questo è stato una sconfitta».

Come giudica l’anno Dad?
«Ha un vantaggio: abbimo insegnato senza perdere l’anno. Ma è stato stressante. Anche perché, non ci siamo mai fermati nemmeno il primo anno, prima dei corsi di aggiornamento, tenendosi continuamente in contatto con i genitori, con gli alunni per telefono, via mail, via whatsApp. Abbiamo fatto il massimo per non lasciare nessuno indietro».

ANDREA RUSTICHELLI - STUDENTE
Iis liceo-tecnico economico Filelfo Tolentino
«Si sopravvive a tutto ma il dialogo col prof è una storia diversa»

Andrea Rustichelli, con spirito inizia questo quinto anno al Filelfo di Tolentino? Cosa vi aspettate?
«Diciamo che quest’anno un po’ di speranza ce l’abbiamo rispetto all’anno scorso. Nel 2020 si sapeva che il destino dell’anno sarebbe stato quello di finire a casa.

Quest’anno un po’ di ottimismo c’è». 


Ottimismo nel senso che sperate di avere lezioni in presenza. 
«Esattamente».


Ma voi come l’avete vissuta la Dad?
«È una storia abbastanza soggettiva, per molti studenti ha significato molte difficoltà. Io non mi sono adattato: sia per la mascherina che per le lezioni da casa. Rendimento e apprendimento non hanno risentito. Però per molti è stato un problema non da niente».


Qual è il pezzo più importante della vita in classe che è saltato?
«Senza dubbio il contatto diretto con il docente. A distanza il prof spiega e tu ascolti. In classe c’è piu interazione con il docente».


C’è anche questo risvolto della vita sociale che viene azzoppata.
«Sì ma io ho notato che il cambiamento nella mia classe è avvenuto sia in positivo che in negativo. Manca la parte del divertimento è ovvio che solo la classe in presenza ti offre. Però poi ho visto personalmente che tutti da casa riuscivano a ricevere. Molti hanno stretto rapporti e il gruppo-classe si è rinforzato. Una fotografia di questa cosa? Le chat di whatsapp, si ride anche con quelle».


Attese sui prof con il Green pass. Com’è il borsino del suo collegio dei docenti?
«La stragrandissima maggioranza sono tutti vaccinati e con green pass, una piccola minoranza ad oggi non ha deciso come fare».


Lei ha fatto il vaccino? I suoi compagni?
«Io doppia dose, i miei compagni praticamente tutti».

ANTONIO SPAZIANO - SINDACALISTA
Segretario regionale Uil Scuola
«Il lavoro a distanza si pagherà molto caro negli anni a venire»


Antonio Spaziano, segretario regionale Uil Scuola, cosa si aspetta dal ritorno sui banchi?
«Abbiamo fatto molte proposte, come l’aumento degli organici per permettere una turnazione e dunque una diminuzione del numero di persone presenti a scuola contemporaneamente ed una migliore organizzazione dei trasporti. Molte delle cose che abbiamo chiesto, però, non sono state fatte: se ci avessero ascoltato, forse oggi non saremmo arrivati a costringere il personale della scuola a vaccinarsi, con il Green pass che sta creando difficoltà».


La Regione vorrebbe introdurre l’utilizzo dei test salivari per evitare le quarantene di classe e ridurre al minimo la didattica a distanza: cosa ne pensa? 
«Già lo scorso anno avevamo chiesto uno screening costante degli studenti e del personale, così da evitare la dad. Siamo dunque favorevoli, e spero che questi test salivari vengano approvati come utili al rilascio del Green pass. Per chi non può vaccinarsi per motivi di salute, è una soluzione meno invasiva del tampone».


Le prove Invalsi hanno bocciato senza appello la Dad: cosa rischiano i ragazzi se per il terzo anno consecutivo le lezioni dovessero svolgersi più da remoto che in presenza?
«Ci sarebbe un aumento dell’abbandono scolastico, senza contare che la dad va ad aumentare il divario sociale. Poi c’è il calo dell’apprendimento e delle competenze che nel lungo periodo si avvertirà. Nell’adolescenza, poi, la scuola ha un ruolo di crescita importante, oltre a quello culturale ed educativo: la Dad potrebbe creare problemi seri che rischiamo di portarci dietro per anni. Dobbiamo fare di tutto per evitarla».

RICCARDO ROSSINI - DIRIGENTE SCOLASTICO
Preside liceo scientifico Rossini - Pesaro
«E vaccini obbligatori altrimenti vedremo una babele senza uscita»

Niente Dad, tutto in presenza ma la vera soluzione è rendere il vaccino obbligatorio nelle scuole. Parla il prof. Riccardo Rossini, Preside del Liceo Scientifico “G. Marconi” di Pesaro.

Quali sono le prospettive per settembre?
«Niente didattica a distanza, si ripartirà sicuramente in presenza. Perché lo scenario, in confronto allo scorso anno, è totalmente cambiato. Dal punto di visto epidemiologico corriamo pochi rischi: il 92% del personale scolastico è vaccinato e quasi il 50%, almeno dei miei studenti, è vaccinato nel range che va da 12 ai 19 anni. Quindi le condizioni per poter ripartire, in sicurezza e in presenza, ci sono».


Ci sono altre misure da prendere?
«La vaccinazione obbligatoria. È stato provato scientificamente che riduce l’epidemia ad una banale influenza. Perché se non lo fai, entri in un limbo di interpretazione discrezionale che trasformerà i primi giorni di scuola in un caos totale. Ci saranno i No Vax che vogliono comunque frequentare la scuola facendo per esempio lo smart working; oppure ci saranno quelli che vogliono entrare invocando la Costituzione; poi, ci saranno dei docenti Vax che non vogliono gli insegnanti No Vax; le famiglie di alunni Vax che non vogliono i propri figli vicino ai figli di famiglie No Vax. Al fine di evitare tutta questa Babele devono fare delle norme chiarissime, ossia rendere obbligatorio il vaccino nelle scuole come nella sanità. E dal mio punto di vista in tutte le amministrazioni pubbliche. Aggiungo massimo rispetto per coloro che la pensano diversamente. Cioè in un paese democratico è ovviamente garantito il pensiero critico di chiunque. Ma il diritto equipara docenti e presidi a dei pubblici ufficiali e, quindi, devono applicare la norma».

MARCO FILISETTI - PROVVEDITORE
Direttore ufficio scolastico regionale
«Responso a fine mese ma lavoriamo per stare al 100% in presenza»

Marco Ugo Filisetti, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, che scuola troveranno i ragazzi dal 15 settembre?
«Le prescrizioni per partire al 100% in presenza ed in sicurezza sono state definite ed approfondite con i soggetti competenti. Siamo a buon punto su tutto, l’impostazione è tarata sulla falsariga di quanto fatto lo scorso anno. Ci sono, certo, ancora alcune modalità organizzative, legate alle novità di quest’anno come il controllo del Greed pass, che vanno affinate. Il ministero della Salute sta valutando quali siano le modalità migliori per far sì che questo adempimento previsto dalla norma non vada ad interferire eccessivamente con l’attività scolastica».


Quando avrete il responso?
«Il 31 agosto abbiamo un incontro online con il ministero, a cui parteciperanno anche i dirigenti scolastici delle Marche così che siano informati direttamente su quali saranno le decisioni ultime».


Ci saranno novità sulla questione delle quarantene di classe?
«Stiamo aspettando che definiscano nel dettaglio il protocollo. Quest’anno abbiamo personale scolastico e parte dei ragazzi vaccinati, quindi questo permette alle autorità sanitarie di riordinare questo tema. Noi ci limitiamo a prendere atto di ciò che ci diranno di fare nell’eventualità in cui uno studente o un operatore scolastico si contagino».


La scuola dovrà ancora ricorrere alla dad? 
«Ora come ora, con il nodo trasporti risolto, non ci sono motivi per ritenere di dover riattivare la dad. Fermo restando che la scuola si fa a scuola, la dad non è il male assoluto: è una modalità per fare scuola. L’importante è che non sia prevalente su quella in presenza».

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