Come riaprono le scuole nelle Marche dopo Pasqua? L'assessore: «Rientro in classe con il tracciamento»

Dopo Pasqua riaprono le scuole nelle Marche
Dopo Pasqua riaprono le scuole nelle Marche
di Martina Marinangeli
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Domenica 28 Marzo 2021, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 07:10

ANCONA - Le scuole sono pronte a riaprire dopo Pasqua, qualunque siano le modalità. Che si parli di un ritorno tra i banchi solo fino alla prima media (misura prevista in zona rossa), o che si decida di garantire anche il 50% in presenza per il resto delle classi secondarie di primo grado e per le superiori (zona arancione), non si rilevano particolari impasse per gli istituti marchigiani.

Il rebus sta invece nello screening periodico dell’intera popolazione scolastica ipotizzato dal governo centrale, che metterebbe in difficoltà la macchina organizzativa regionale. «Tutte le risorse professionali sono concentrate nella campagna vaccinale – osserva l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini –, a maggior ragione dopo Pasqua, quando arriveranno importanti quantità di dosi (210mila, le prime dal 10 aprile). Siamo pronti per il contact tracing nel caso di eventuali focolai che dovessero svilupparsi nelle scuole, ma bisogna capire cosa deciderà il governo sulla questione. Lunedì (domani, ndr) è in programma una conferenza Stato-Regioni per confrontarci sul tema». 


Le modalità
Lo screening del personale scolastico è stato portato avanti, negli scorsi mesi, dagli istituti di Pesaro, come ricorda Riccardo Rossini, dirigente scolastico del liceo scientifico Marconi e presidente regionale dell’Associazione Nazionale Presidi: «Devo dire che ha dato i suoi risultati, dunque ben vengano i tamponi rapidi almeno ogni 15 giorni, ma dubito che il personale sanitario riesca a coprire anche questo servizio». Ed in effetti sarebbe un ennesimo fronte aperto per risorse umane che da un anno sono sempre le stesse e procedono a ritmi impossibili. Inoltre, fa notare Lilli Gargamelli, segretaria regionale Flc Cgil, «il tampone è invasivo e sottoporre bambini piccoli ogni 15 giorni a questo strumento è complicato. Qualche perplessità mi sento di manifestarla». In attesa di capire quali saranno le indicazioni ministeriali in merito allo screening, a Palazzo Raffaello le valutazioni per la riapertura delle scuole sono in corso e la linea è quella della prudenza. 

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I pareri
Se anche le Marche dovessero tornare in arancione dopo il 6 aprile, una delle ipotesi sul tavolo è quella di lasciare comunque in Dad, ancora per qualche giorno, gli studenti di seconda e terza media, così come quelli delle superiori.

Obiettivo, sempre parlando per ipotesi: blindare il più possibile il calo dei contagi, rinforzare la zona arancione e tornare tutti in presenza a partire dal 12 aprile. Un’idea che viene condivisa anche dal mondo della scuola. «Con il tira e molla che c’è stato da inizio anno – osserva Rossini –, gli istituti, volendo, potrebbero aprire anche domani. Il problema è che non ci sono le condizioni. Se i numeri del contagio si abbassano, come sembra che stia accadendo, dal 12 si potrà tornare al 50% anche alle superiori. Le scuole, va detto, sono assembramenti importanti: è inutile fare una narrazione retorica in cui si dice che non è a scuola che ci si ammala. Però, guarda caso, quando vengono chiuse i contagi si abbassano – puntualizza –, un po’ perché si interrompe la filiera (ad esempio, l’uso dei mezzi di trasporto), ma anche perché ci sono istituti che tengono 30/31 alunni in classe e lì è difficile evitare il contagio in caso ci sia un positivo». Invita alla prudenza anche Paola Martano, segretaria regionale Snals Confsal, perché «siamo i primi a volere la riapertura delle scuole, ma che sia in sicurezza. Spero abbiano ben valutato la situazione dei contagi ed il diritto alla salute di tutti». Due le problematiche su cui pone l’accento Martano: «Innanzitutto, quello delle mense. In base alle nuove indicazioni dell’Istituto superiore di sanità e del Comitato tecnico scientifico, si deve mangiare a due metri di distanza ed in molte scuole questo non può essere garantito». 


I nodi da sciogliere 
Inoltre va tenuto in considerazione tutto il percorso di vaccinazione del personale scolastico, che ancora non è concluso, Anzi. «Il personale scolastico - spiega la prof - si sta ancora vaccinando: io ho ricevuto la prima somministrazione il 2 marzo ed il richiamo devo farlo il 19 maggio. L’efficacia di AstraZeneca, da protocollo, si ha a due settimane di distanza dalla seconda dose, quindi dal 1 di giugno. Parliamo dunque di personale non coperto». Per Gargamelli, l’ipotesi di un rientro in presenza al 50% dalla seconda media al quinto superiore dal 12 aprile è fattibile «se i dati epidemiologici, comprese le varianti, lo consentono: dare un sollievo alle famiglie ed ai bambini, in particolare i più piccoli, la ritengo una cosa positiva». Mentre per Antonio Spaziano, segretario regionale Uil scuola, l’importante è «monitorare e tenere sotto controllo eventuali focolai che potrebbero degenerare. Il rientro al 50% va accompagnato da controlli assidui, sia sui trasporti che all’interno delle scuole con screening periodici». 


I timori
E sono proprio i trasporti scolastici a rendere più complicata la gestione del rientro a scuola, nonostante gli impegni portati avanti su più fronti per assicurare collegamenti sicuri. Ma il controllo, specie sulla fascia di età tra i 14 ed i 18 anni, diventa un’operazione complicata specie quando i ragazzi si ritrovano insieme prima e dopo le lezioni.

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