ANCONA - È stato ed è materia di polemica politica (ieri anche i sindacati si sono lamentati) ma non saranno le voci dell’opposizione a frenare il percorso di allargamento dei posti letto Covid. La cabina di regia sanitaria, infatti, e soprattutto il servizio Salute, stanno studiando - seppur da lontano - anche l’ampliamento dei posti letto dell’area medica. La situazione al momento attuale è ancora sotto controllo, ma i monitoraggi tendenziali dell’osservatorio epidemiologico diretto dal dottor Marco Pompili ha già tracciato il momento del passaggio in zona gialla tra il 20 e il 27 dicembre.
Il superamento di due indici su tre
Dopo il superamento di due dei tre indici monitorati dal ministero della Sanità (incidenza per 100mila abitanti sopra quota 50 e occupazione posti letto nelle terapie intensive sopra il 10%), quello sotto la lente è l’occupazione dei posti letto in area medica.
Le cure dei malati ordinari
Anche mercoledì mattina l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, nel dare l’annuncio dell’arrivo della circolare ministeriale sulla vaccinazione pediatrica, è stato molto chiaro sulla necessità di garantire le cure ai malati ordinari, ad iniziare da quelli con patologie oncologiche. Se, infatti, l’aumento dei posti letto in terapia intensiva che si è registrato negli ultimi giorni è legato alle nuove realizzazioni previste dal decreto 34 del maggio 2020, incrementare quelli in area medica significa “rosicchiarli” da altri reparti, che andrebbero accorpati o messi in stand by.
Uno scenario evitabile
Uno scenario che, dopo quasi due anni in apnea, sia le strutture ospedaliere che i pazienti preferirebbero evitare. I posti attualmente disponibili nei reparti di area medica della rete ospedaliera regionale sono 966, ma nei momenti di massima criticità vissuti durante le precedenti ondate, si è arrivati a superare i 1400. Un dato dunque molto flessibile, ma dietro a quel numero accresciuto si cela la riduzione della disponibilità di spazio per curare pazienti non Covid. Un tetris macabro cui i nosocomi sono stati costretti nei periodi di picco pandemico.
Come andava un anno fa
Decisamente non siamo a quel punto – esattamente un anno fa, eravamo a 518 ricoveri in area medica, contro i 112 attuali –, ma la situazione va sempre monitorata con estrema attenzione. Per il momento, tra reparti infettivi e semi intensivi, i nosocomi coinvolti nella cura dei pazienti Covid sono otto: il peso maggiore lo sostiene Marche Nord con 44 degenti, seguita da Torrette a 28. Ci sono poi 12 pazienti all’ospedale di Fermo, 10 all’Inrca di Ancona, nove a Jesi, quattro a San Benedetto, tre a Macerata e due a Civitanova.