Acquaroli gioca la carta dei piccoli Comuni per allentare i divieti di Natale, pressing sul ministro Speranza. «Ma guardia alta comunque»

Acquaroli gioca la carta dei piccoli Comuni per allentare i divieti di Natale, pressing sul ministro Speranza. «Ma guardia alta comunque»
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 03:35

ANCONA Due, forse tre, le questioni ancora aperte che riguardano gli spostamenti nel cuore delle festività natalizie e che il Dpcm del 3 dicembre ha normato con rigidi divieti e confini invalicabili. C’è il paradosso dei piccoli Comuni, quelli divisi da una strada - a volte anche da un marciapiede - isolati dallo stop allo svalicamento da un paese all’altro per Natale, Santo Stefano e Capodanno. Situazione che si intreccia con il secondo ostacolo dove ad essere colpiti sono soprattutto i ristoratori. 

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Le situazioni da valutare

E cioè: se in città i locali lavoreranno senza grandi problemi di clientela, nei piccoli borghi marchigiani osterie e ristoranti tipici faranno fatica a occupare i tavoli se nessuno potrà organizzare un pranzo fuori porta. Infine il nodo ricongiungimenti tra genitori anziani e figli con prole, assolutamente negato dalle regole imposte dal governo: un’inflessibilità che ha spiazzato non solo i cittadini ma anche i rappresentanti istituzionali. Come il presidente della Regione Francesco Acquaroli, che ieri in consiglio regionale ha anticipato la chiamata al ministro Speranza nel tentativo estremo di riuscire ad allentare le maglie dei divieti nelle Marche, dove i borghi di vicinato sono una realtà importante ma non meno delle tradizioni familiari. «Ho preso un impegno con tantissime persone - ha spiegato il governatore - e contatterò il ministro per chiedergli ufficialmente e formalmente, anche se per tramite di una telefonata, di poter avere da parte del governo almeno un’audizione su queste questioni che ritengo siano paradossali di alcuni casi, è che vanno comunque a irrigidire tante situazioni».

Certo che rispetto ai contagi di un mese fa, oggi le Marche in zona gialla hanno un numero di positivi nettamente inferiore, tuttavia Acquaroli non intende abbassare la guardia. 


Guardia alta


«Da sempre ho un atteggiamento molto prudenziale rispetto ai comportamenti da tenere e invoco spesso la massima attenzione alla prudenza e al rispetto delle regole, delle norme. Dobbiamo considerare però che il rischio che si va a innescare in alcune situazioni è praticamente inesistente, perché paragonare uno dei tanti nostri borghi dell’entroterra, i suoi servizi, le sue esigenze anche in giorni così particolari e che hanno una valenza molto importante nella nostra tradizione della nostra società, con una grande città, una grande metropoli, credo che sia sbagliato proprio come principio». Ieri il primo tentativo è andato a vuoto, ma già da oggi il governatore tornerà all’attacco, seppure nella consapevolezza che difficilmente si riuscirà a modificare qualcosa rispetto alle decisione assunte dal governo. Linea rigida, confermata anche dal vice ministro dell’Interno, Matteo Mauri che ieri ha ribadito: «Le regole non cambiano, la ratio della norma è ridurre il più possibile gli spostamenti, stiamo già allentando adesso per gli acquisti e se allentiamo anche per le festività facciamo la cosa più pericolosa. Più dei due terzi degli italiani abitano in piccoli e medi comuni e di conseguenza se si dovesse lasciare libera circolazione tra Comuni la gran parte degli italiani potrebbero spostarsi così come i tantissimi chi vivono nelle grandi città e hanno i parenti fuori». Questione chiusa? Non fino a quando il governatore non avrà parlato con Speranza. Ma per la pietra tombale è solo questione di ore.

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