ANCONA - Arrabbiato, molto arrabbiato. Chi era al tavolo sabato mattina del summit chiesto dal presidente Acquaroli per rifare il punto della situazione descrive un governatore irrequieto. Per tre motivi: il primo, perché i dati che gli sono arrivati sul tavolo sfuggono a un’inquadramento generale e questo non è mai un buon segnale dopo tre settimane di chiusura in zona rossa avevano avviato un certo tipo di percorso. Quindi, di riflesso, è come se ci fosse qualcosa che in questo momento è leggermente fuori controllo nell’andamento della pandemia sul territorio. Si parla dell’allargamento del contagio nella fascia tra i 19 e i 24 anni e dell’incidenza delle varianti: tutti elementi noti, condivisi con contesti similari di altre regioni ma che non portano con sé la flessione delle curve. E questo non va bene.
Giro di vite sulla riconversione
Secondo. Il giro di vite sulla riconversione dei reparti nelle ultime due settimane ha drenato numerose decine di posti letto in tutti gli ospedali della regione. Ma la saturazione dei reparti indica che si è ulteriormente alzata l’asticella per un sistema già in forte sofferenza. Secondo quanto riportato dai bollettini del Gores, da Pesaro ad Ascoli, ogni giorno, ci sono dalle 70 alle 100 persone che avrebbero bisogno di un letto. E invece non lo hanno e finiscono per restare in carico alle strutture dei reparti di emergenza-urgenza. «Un altro mese di questo passo potrebbe creare enormi problemi agli ospedali» mormorano i primari in prima linea e così ripete il presidente Acquaroli che non ha mai smesso di tenere gli occhi sui report dell’osservatorio epidemiologico.
La nuova richiesta
Il governatore pare abbia chiesto un nuovo piano a Di Furia e Storti, i vertici delle strutture tecnico sanitarie, per avere le mosse pronte in caso di peggioramento della situazione.
Il lato prevenzione
Se andamento di contagi e situazione degli ospedali non danno buone notizie anche il lato della prevenzione non garantisce sufficiente speditezza. Il terzo punto all’ordine del giorno è quello dei vaccini. Nei magazzini della protezione civile marchigiana ci sono ferme circa 100mila fiale di AstraZeneca mentre scarseggiano quelle di Pfizer e Moderna. Acquaroli su questo punto ha chiesto un’accelerazione sulla campagna di vaccinazione. Nei report nazionali, le Marche sono nel gruppone di mezzo: il 48,7% della fascia anagrafica Over 80 ha ricevuto almeno la prima dose. Bisogna andare più veloci ma con lo stop-and-go di AstraZeneca sarà un bel problema.