Post choc di Umberto Gnudi, primario di Pronto soccorso: «Cari no-vax mi fate schifo: togliete letti agli altri malati e mettete a rischio i sanitari»

«Vi curerò al meglio che posso, ma senza parlarvi. E sappiate che vi disprezzo»

Post choc di Umberto Gnudi, primario di Pronto soccorso: «Cari no-vax mi fate schifo: togliete letti agli altri malati e mettete a rischio i sanitari»
Post choc di Umberto Gnudi, primario di Pronto soccorso: «Cari no-vax mi fate schifo: togliete letti agli altri malati e mettete a rischio i sanitari»
di Simonetta Marfoglia
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Giovedì 2 Dicembre 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 08:35

PESARO - Se le parole sono importanti, il primario del Pronto soccorso dell’Azienda ospedali riuniti Marche Nord di Pesaro, Umberto Gnudi, le ha scelte con cura per renderle definitive: «No vax, io vi disprezzo. Venite al Pronto soccorso? Vi curerò, ma senza parlarvi. Mi fate schifo». Termini forti, lapidari e diretti a contrassegnare una misura non più colma, ma tracimata, che traccia una linea di demarcazione tra prima e dopo.

Una reazione che si sovrappone, combaciandovi perfettamente, a quella, solo di poche settimane fa, del collega Amedeo Giorgetti, medico di base di Recanati che alla porta del suo studio aveva fissato un cartello inequivocabile: «Se credete che il vaccino sia una pericolosa arma in mano alle multinazionali, siete pregati di cambiare ambulatorio».

Lo sfogo
Avrebbe poi spiegato ai media tallonatori di averlo scritto in un momento di rabbia nei confronti dei pazienti no vax che aveva curato e portato a guarigione, la stessa rabbia di cui ora è imbevuto il dottor Gnudi che ha affidato alla sua pagina social uno sfogo accorato e immediatamente condiviso, corredato da un’immagine liberatoria di una Mafalda con urlo muto al vento. «Sui social cerco di essere il più possibile politicamente corretto - scrive il responsabile dell’Emergenza urgenza del San Salvatore - ma adesso non posso più farlo. All’ennesimo caso di no vax positivo (anziano con figli no vax, strafottente cinquantenne “tanto a me non capita”, trentenne palestrato “con questo fisico non ho paura di niente”) che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati, ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza. Non voglio più avere a che fare con voi. Siete tra i miei “amici” di Facebook? Vi prego, se vi è rimasta una briciola di dignità, cancellatevi. Altrimenti, appena me ne accorgo, lo farò io. Venite in Pronto soccorso malati? Vi curerò, è il mio lavoro, ma senza parlarvi. Sappiate che vi disprezzo. Non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate. Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo». Gnudi è lo stesso medico che poco tempo fa aveva mobilitato la categoria in uno sciopero simbolico per l’ennesima aggressione che aveva dovuto subire al Pronto soccorso durante un turno notturno. In poche ore ieri sera il suo post, estremo quanto netto, ha bruciato like e condivisioni: centinaia di apprezzamenti, decine di rimbalzi sulle piattaforme, un diluvio di commenti. Dichiarazioni destinate a fare tendenza ancora prima che dibattere. Il solco, forse, grazie a un Giorgetti prima e uno Gnudi ora, è diventata una trincea di battaglia.

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