Dalla Marche alla Romania, la paura viaggia con il Covid. Visite di famiglia per 25mila residenti: incubo-contagi a Natale

Dalla Marche alla Romania, la paura viaggia con il Covid. Visite di famiglia per 25mila residenti: incubo Natale
Dalla Marche alla Romania, la paura viaggia con il Covid. Visite di famiglia per 25mila residenti: incubo Natale
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 10 Novembre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 08:46

ANCONA - La situazione Covid in Romania è drammatica: ogni quattro minuti muore una persona a causa del virus a fronte di una campagna vaccinale ferma al 37% che non riesce a fare da scudo all’avanzare della pandemia. E l’aumento esponenziale dei contagi nell’Europa dell’est frena anche gli spostamenti. Nelle Marche la paura di contrarre l’infezione ha condizionato i viaggi settimanali via terra verso la Romania, a tal punto che sono stati dimezzati. Ma a Natale si attende l’arrivo dei parenti per molti degli oltre 25mila rumeni residenti in regione.

Le tratte in calo

Da Ancona, per esempio, è attivo il collegamento via bus per Bucarest con la compagnia Atlassib.

Un servizio che in era pre Covid calendarizzava 4 partenze settimanali, ciascuna con una media di 15 passeggeri. Adesso ne effettua due: la metà. E se va bene ci sono dagli 8 ai 10 passeggeri per ciascun viaggio. «C’è un timore diffuso verso la Romania e gli altri Paesi dell’est europeo - conferma al telefono l’operatrice della Atlassib Italia -: addirittura qualcuno preferisce inviare solamente i pacchi con il nostro servizio». Da Ancona a Bucarest in pullman sono 30 ore di viaggio comprese le soste. Ma non è mai stato un deterrente, anzi. Le richieste fioccavano. «Forse per Natale avremo un incremento delle prenotazioni - continua l’operatrice - ma bisognerà vedere come si metteranno le cose con i contagi». 

La controtendenza

Al momento, infatti, c’è poco da stare sereni. La Romania sfiora i 10 mila contagi giornalieri. Più o meno come la Polonia, però. Eppure dall’aeroporto di Falconara restituiscono un’impressione diversa sul flusso degli imbarchi. Infatti i diretti interessati dicono che la rotta su Cracovia, seppure inaugurata neanche 10 giorni fa, sta andando piuttosto bene. Che poi bisogna vedere cosa vuol dire “bene”. Ma a quanto riferito i passeggeri non mancano. Adesso toccherà vedere cosa succederà durante il periodo natalizio. Infatti tra i 25mila rumeni nelle Marche, molti attendono le visite dei parenti. Mentre altri sceglieranno di recarsi nel Paese di origine per le festività. Un incrocio che fa tremare i polsi a qualcuno, visto l’andamento del virus da quelle parti. «Molti di noi andranno a trovare le proprie famiglie in Romania - racconta Jenica Rachinoiu Cesca, presidentessa dell’Associazione Romanian Land delle Marche - altri, invece, ospiteranno qui i parenti. Non abbiamo paura perché chi affronterà questo viaggio si dovrà sottoporre ai controlli come previsto dal protocollo internazionale». Ovvero: green pass per viaggiare e tampone entro le 48 ore precedenti.

I controlli

Ma si è visto che nonostante le misure precauzionali, la circolazione del virus non si è interrotta in Romania. «Buona parte di noi si è vaccinata per motivi di lavoro - continua Jenica - nella nostra comunità, infatti, molte lavorano come badanti. Ma abbiamo anche tanti professionisti». E se in patria la somministrazione delle dosi è ai livelli minimi rispetto alla media europea, è accaduto però che molti dei rumeni residenti nelle Marche si siano recati nel Paese di origine proprio per ricevere l’inoculazione. «Da noi fanno lo Johnson & Johnson - spiega la referente della comunità rumena - dunque una sola dose. Ecco il perché di questa scelta».

Il nodo vaccinale

E sulle ragioni di un insuccesso così marcato della campagna vaccinale in Romania, sembra non ci siano delle reali ragioni ideologiche. «Non facciamo né una propaganda pro vax, né anti - racconta Jenica - semplicemente applichiamo la libertà di scelta. Soprattutto tra noi che viviamo qui nelle Marche cerchiamo di evitare l’argomento per non creare tensioni all’interno della comunità. Ad ogni modo non siamo fanatici, né in un modo né in un altro».

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