Sostituire Livini, ma non solo: Saltamartini vuole ridisegnare la sanità delle Marche

Sostituire Livini, ma non solo: Saltamartini vuole ridisegnare la sanità delle Marche
Sostituire Livini, ma non solo: Saltamartini vuole ridisegnare la sanità delle Marche
di Andrea Taffi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Aprile 2021, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 08:39

ANCONA - La delibera da tenere a mente esce dall’Azienda Sanitaria regionale il 23 aprile: apparentemente viene estesa per creare un elenco di manager idonei per sostituire il dimissionario Licio Livini, ex coordinatore dell’Area Vasta 4. C’è anche specificata, l’esigenza contestuale: un mese di tempo, gli aspiranti manager aderiscono, si forma l’elenco, si sceglie il coordinatore e arrivederci. La frase chiave è alla fine della specifica dell’Area Vasta 4: «nonché al fine di disporre un elenco di idonei per future esigenze». La riga per l’eventualità di dover sceglierne altri è il vero centro della delibera. 

La linea dell’assessore

Che è stata chiesta e disegnata da Saltamartini esattamente così allineando un tempo di validità congruo dell’elenco per poter scegliere con calma.

L’elenco è valido per i prossimi tre anni con possibilità di aggiornamento annuale (nel caso di curricula da allargare). Perché queste sfumature così precisamente centrali è abbastanza semplice da intuire: dopo tante chiacchiere è partito il timer per rivedere tutta la macchina organizzativa della sanità. Di più: la delibera è stata scritta per poter includere anche i dirigenti generali delle aziende sanitarie di tutta Italia non solo i coordinatori di Area Vasta. Per capirci: i Caporossi e le Capalbo di fuori regione: «Così avremmo maggiore possibilità di scelta» spiega Saltamartini. Il punto non è cambiare i manager nelle aziende o nelle aree vaste, dice l’assessore. 

Il documento in giunta

Qualche settimana fa in giunta è planato un documento embrionale con la proiezione di 14 ambiti di discussione sul piano socio sanitario: si tratta di riflessioni quadro, evidentemente, con un contenuto però da riempire nel lungo percorso di concertazione con i territori. Chi ha sbirciato il documento ha letto riferimenti importanti: fascicolo sanitario elettronico, l’esiguità del numero dei medici di base e l’integrazione con le Usca (da 19 a 34 nel corso degli ultimi mesi per esigenze di pandemia), edilizia ospedaliera, la formazione dei medici e il rapporto con le università, le questioni del personale, i 9 soggetti giuridici sanitari che vivono sotto lo stesso cielo (4 aziende, 5 aree vaste), gli ospedali di comunità. E si potrebbe andare avanti. Saltamartini sul punto dice che mancano ancora punti fondamentali della storia «come il patto della salute tra Stato e Regioni oppure le quote finali per gli investimenti sulla sanità. I nuovi manager? Non è una questione di mettere una persona di fiducia, io sogno la spoliticizzazione della sanità e il merito». 

Andare al punto

Però, come al solito, quando si tratta di andare al punto, sconti non ne fa: «Dico le prime cose che mi vengono in mente: c’è una legge del 2015 sull’autismo che non è stata attuata. Come posso pensare di andare avanti con i dirigenti che non l’hanno attuata? Oppure: ho chiamato uno a uno gli Urp, gli uffici relazioni con il pubblico. Mi hanno risposto in 5 o 6. Tutti orari diversi, chi c’è e chi non c’è. Qui c’è da riprendere le cose da zero: e adesso non posso dire c’erano quelli di prima. Ora i problemi vanno risolti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA