ANCONA - Sale l’età media dei nuovi contagiati e, tra essi, sale anche la percentuale di coloro che avevano ricevuto il ciclo completo del vaccino. L’analisi settimana dopo settimana dell’identikit dei nuovi positivi si affianca a quella pubblicata la scorsa settimana dal Corriere Adriatico sui pazienti ricoverati negli ospedali. Le conclusioni sono fondamentalmente due.
La prima conclusione
Anzitutto il nuovo report epidemiologico sulle Marche documenta la progressiva riduzione dello scudo in coloro che hanno per primi ricevuto il siero, le fasce di popolazione più anziana.
Il secondo tema
Il secondo tema è quello dell’efficacia del vaccino sul punto della contrazione della malattia. Se il 38% dei nuovi positivi dell’ultima settimana aveva il ciclo completo questo potrebbe ingenerare dubbi sulla resistenza del siero. In realtà i numeri vanno ponderati tenendo conto del diverso peso delle due popolazioni, vaccinati e no, e dunque dell’effettiva circolazione del virus.
Il peso dell’incidenza
Facciamo qualche esempio pratico: i vaccinati che si sono comunque contagiati dal primo settembre fino a domenica scorsa vengono da una maggioranza di oltre un milione e 100mila vaccinati e sono 119,59 ogni 100mila marchigiani immunizzati; i positivi a Sars-Cov-2 emersi nella popolazione non vaccinata (quasi 240mila soggetti) sono 1.021,54 ogni 100mila: 8,5 volte tanto. E il vaccino, oltre che dalle infezioni, protegge molto anche dalle forme di Covid-19 più gravi, che portano al ricovero ospedaliero.
Nel report dell’Osservatorio epidemiologico regionale che monitora il periodo primo settembre-20 ottobre i posti letto in terapia intensiva sono stati occupati all’84,1% da soggetti non vaccinati, che pure sono quasi 5 volte di meno nelle Marche rispetto ai vaccinati. Nei reparti di area medica i vaccinati sono al 31,8% e i non vaccinati al 68,2%.
Ad ogni buon conto la possibilità di rafforzare la difesa immunitaria per chi è già vaccinato resta argomento di stretta attualità: proprio ieri dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, invitato a un convegno a Venezia, ha detto che ipotizzare la terza dose di vaccino per tutti è «uno scenario verosimile». Brusaferro ha aggiunto che «è comunque sempre importante acquisire dati, monitorare, valutare la persistenza della risposta immunitaria in tutta la popolazione. Quando avremo evidenze scientifiche queste verranno declinate in chiave operativa» ha concluso il numero uno dell’Iss che ha spiegato anche che i due strumenti chiave per tenere sotto controllo e capire l’evoluzione della pandemia sono vaccini e monitoraggio. Fondamentale, secondo Brusaferro, anche proseguire con l’obbligo delle mascherine nei luoghi al chiuso.