Cicione, vice segretario regionale Federazione dei pediatri: «Mai tanti bambini infettati, vaccinarsi il prima possibile. Il tracciamento? È andato»

Il pediatra Giuseppe Cicione
Il pediatra Giuseppe Cicione
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 04:10

Dottor Giuseppe Cicione, lei è segretario della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) della provincia di Ancona e vice segretario regionale. La variante Omicron sta dilagando nelle Marche e sono tantissimi i contagi tra i bambini.
«C’è una crescita importante di positivi in età pediatrica, decisamente maggiore rispetto alle altre ondate: per fortuna al momento non c’è un aumento dei casi gravi, tali da richiedere l’ospedalizzazione. Stiamo invece registrando infezioni da Covid nei neonati e nei bimbi sotto i 12 mesi».

 
Quali sono i sintomi maggiori che avete riscontrato?
«I genitori chiamano soprattutto per le infezioni alle alte vie respiratorie, spesso associate ad un aumento della temperatura».
Esiste un protocollo per la cura del Covid in età pediatrica?
«No, la terapia varia a seconda della sintomatologia e del paziente. Per i pazienti positivi di età superiore ai 12 anni la terapia più collaudata è quella degli anticorpi monoclonali che devono essere somministrati nella fase iniziale della malattia e solo in soggetti che rispondono a determinati criteri o con altre patologie».
Se le dico tracciamento?
«Il tracciamento è ormai perso. Noi comunichiamo i dati dei bambini positivi al Sisp, ma per le quarantene in famiglia ci affidiamo al buon senso dei genitori nel caso di mancato contatto da parte dell’autorità sanitaria preposta e se insorgono sintomi si deve sempre contattare il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta».
Dunque se c’è un bambino positivo in casa, tutti in quarantena?
«Con questa variante se c’è un infetto in famiglia si deve dare per scontato che lo siano tutti. E’ altamente contagiosa, per questo quando mi chiedono un consiglio se fare o meno un tampone di controllo io lascio margine di scelta: è alta la probabilità che l’infezione abbia circolato».
La gestione delle quarantene è diventata una giungla.
«Una questione burocratica fondamentale per ottenere il Green pass da guarigione, per la Dad e per il tampone finale, ma noi medici dobbiamo pensare innanzitutto alla salute dei propri pazienti e per tutto il resto non possiamo fare altro che seguire le indicazioni che arrivano dall’Asur».
Nell’Area vasta 2 i pediatri somministrano anche i vaccini.
«Siamo gli unici in regione. Tranne il distretto di Fabriano, 25 pediatri su 28 si sono impegnati per portare avanti la somministrazione dei vaccini anti Covid. Una collega si è organizzata in studio, per il resto facciamo i turni nei locali della palazzina numero 8 dell’ex Crass ad Ancona: il martedì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19 e il sabato dalle 11 alle 19. Tutto questo portando avanti anche l’attività ambulatoriale extra Covid ed i tamponi. Domenica poi, assieme al Distretto, abbiamo organizzato un open day per la fascia di età dai 5 agli 11 anni dalle 9 alle 19 presso il PalaPaolinelli di Ancona».
Qual è l’obiettivo?
«Vaccinare il più rapidamente possibile. E’ inutile inseguire questo virus, si sta beffando di noi. Il vaccino rallenta l’infezione e in caso di contagio nei bambini previene la sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-C), che può manifestarsi dopo 4-6 settimane dal Covid. Rispetto alle ondate precedenti abbiamo notato un aumento sensibile di casi».
Molti genitori sono ancora incerti se vaccinare i bambini, specie in tenera età.
«Capisco le loro preoccupazioni, credo sia fondamentale mettersi in ascolto e parlare con le famiglie per cercare di allontanare tutti i dubbi rispetto ad una scelta non semplice. Perchè il vaccino non serve per proteggere i nonni o i bisnonni, serve a mettere i protezione i bimbi che adesso vengono colpiti dal virus. Ed è un vaccino sicuro in quanto ha superato tutti i gradi di giudizio e in termini di effetti collaterali le uniche segnalazioni, rare, sono state per le miocarditi. Ma attenzione: questa patologia post vaccino ha una breve ospedalizzazione e viene curata con il cortisone, a differenza di quella causata dal Covid, di maggiore gravità».

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