ANCONA - Nella giornata convulsa del presidente della Regione l confronto con il ministro Speranza ha definitivamente fatto sfumare l’idea che le Marche potessero tornare gialle già da ieri. Ma allo stesso tempo da Roma è arrivata la conferma che l’andamento dei contagi ha preso la strada che avrebbe dovuto con i divieti imposti dall’area arancione e con le ordinanze che Francesco Acquaroli ha voluto comunque varare per scongiurare il rischio di assembramenti.
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Indice Rt a 0,93 dunque e pure questa settimana «dai dati parziali che abbiamo a disposizione la tendenza a scendere sembra essere confermata», sottolinea il governatore, con un dato bisettimanale a 0.97.
Dunque è cominciato il conto alla rovescia ma il presidente, adesso in autoisolamento con la moglie risultata positiva al Covid, sta già ragionando sulle ordinanze che ha firmato da quando è salito a Palazzo Raffaello e in particolare sull’ultima del 19 novembre che incide in maniera decisiva sugli assembramenti. «È intenzione della Regione tenere alta la soglia di attenzione anche durante il mese di dicembre e nel periodo delle festività - spiega - per questo motivo sto già pensando a come adattare il rigore alle esigenze del periodo, magari rivedendo qualche punto».
La difficoltà più grossa starebbe nell’applicare il divieto di consumare cibi e bevande all’esterno dopo le ore 16, specialmente in pieno clima natalizio. Ma la riflessione sarà anche condizionata dal nuovo Dpcm che verrà emanato proprio nella giornata di giovedì - a un passo dalla zona gialla - e che riaprirà i centri commerciali prolungando gli orari dei negozi, consentendo le cene al ristorante. Insomma, concessioni importanti che però necessitano di massimo rigore per non accelerare nuovamente sui contagi. «Cerchiamo di restare attenti e vigili», resta l’appello del governatore
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