Filippo Saltamartini, come assessore alla Sanità della Regione lei tiene sempre sotto controllo i contagi, ma è sua abitudine anche monitorare il grado di sopportazione dei marchigiani davanti a questa infinita pandemia. A che punto siamo in entrambe le situazioni?
«Sotto il profilo dell’emergenza sanitaria abbiamo numeri che ci confermano come il virus al momento sia sotto controllo. L’Rt di questa settimana è sceso a 0,88, le terapie intensive non sono più ingolfate, solo l’area medica deve ancora migliorare».
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E lo stress dei marchigiani per una probabile terza settimana in arancione?
«Ieri mattina ho avuto modo di parlare con imprenditori e gestori di locali prima di arrivare in Regione. Sono ormai allo stremo. L’esasperazione è palpabile anche perchè i ristori non arrivano e credo che alla fine di queste chiusure forzate saranno in tanti a non riaprire più l’attività. Una situazione oggettivamente insostenibile, si scherza con il fuoco».
Ci salveranno i vaccini?
«Quando ricominceranno a distribuire le dosi».
È tutto fermo anche nelle Marche?
Eppure continuiamo a restare in arancione.
«Un boccone amaro da digerire, anche perché ormai dobbiamo entrare nell’ottica che il virus c’è e non sparisce dall’oggi al domani. Ci dobbiamo convivere mantenendo tutte le misure per limitare i contagi. Ma questo protrarsi di divieti con numeri sostanzialmente buoni non fa che aumentare la frustrazione».
A proposito di vaccini: le risulta che qualcuno tra il personale sanitario abbia rifiutato di vaccinarsi?
«Al momento abbiamo avuto solo qualche indicazione informale, perché le vaccinazioni sono state effettuate prima di tutto ai volontari. Nella seconda fase sicuramente questa sarà una situazione di cui tenere conto. Nel frattempo però non bisogna dimenticare che esiste anche una sanità ordinaria, oltre l’emergenza».
Si spieghi meglio.
«Il Covid ha assorbito la maggior parte delle nostre energie e delle risorse ma dobbiamo mantenere alta la guardia anche per tutte quelle patologie, anche gravissime, di cui soffrono i marchigiani».
In che modo?
«Ho chiesto una ricognizione puntuale sulle strumentazioni di cui il sistema sanitario regionale è dotato ed ho potuto verificare che, per esempio, l’ospedale di Torrette dispone di due risonanze magnetiche vecchie di oltre vent’anni. Una cosa impensabile. È necessario investire al più presto in macchinari di ultimissima generazione».
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