Le Marche promosse, curve tutte in discesa: la zona gialla è nostra. Ma attenzione, il 26 aprile si apre per non richiudere

Le Marche promosse, curve tutte in discesa: la zona gialla è nostra. Ma attenzione, il 26 aprile si apre per non richiudere
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 17 Aprile 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:30

ANCONA Curve da zona gialla Covid, misure restrittive ancora da arancione, almeno fino al prossimo report di venerdì che deciderà quali regioni si presenteranno in regola alla linea di partenza per il calendario di graduali riaperture fissato ieri dal governo a partire da lunedì 26 aprile.

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Per questo se i dati delle Marche cristallizzati dal monitoraggio di ieri - aggiornato fino a domenica scorsa - sono incoraggianti e danno fiducia, ancora più importante è seguire i tracciati delle curve epidemiologiche degli ultimi giorni, oltre il periodo 5-11 aprile preso in considerazione nell’ultimo monitoraggio di ministero della Salute e Istituto superiore della Sanità.


Incidenza al ribasso
Continuano a scendere sia i contagi, con un’incidenza arrivata ieri a 146,7 nuovi casi settimanali ogni 100mila marchigiani, sia i ricoveri per Covid, in particolare quelli in terapia intensiva, calati negli ultimi cinque giorni da 129 (il 51% dei posti letto totali) a 108 (44%). In calo anche i ricoveri in area medica, da 788 (il 51% del totale) a 610 (43%). Siamo ancora sopra le soglie stabilite dal ministero per non stressare i servizi sanitari, ma il trend è in continua discesa, dopo il picco di fine marzo, quando i malati di Covid nelle Marche occupavano oltre il 60% dei letti di terapia intensiva (primato italiano) e in area medica raggiungevano i due terzi. Insomma, la situazione continua a migliorare e ci sono tutte le condizioni sanitarie richieste (un’altra riguarda il rispetto del piano vaccinale e anche qui le Marche sono al passo, con l’85,1% delle dosi disponibili già somministrate) per allinearsi venerdì prossimo tra le regioni meritevoli di entrare in zona gialla rafforzata da lunedì 26 aprile: ristoranti e bar attivi all’aperto, sport open air, spostamenti tra regioni e scuola in presenza al 100% anche alle superiori.

Ci spera il governatore Acquaroli, che ieri sui social, ricordando che per ora si resta in zona arancione per decreto, ha invitato i marchigiani a «essere attenti nella speranza che nella classificazione sarà anche riammesso il colore giallo».


I compiti a casa
Che le Marche stiano facendo correttamente i compiti a casa, dopo un mese di zona rossa, lo conferma il report di ieri, con l’indice puntuale Rt di trasmissibilità del contagio ancora stabile in zona di sicurezza sia nel valore stimato (0.9) che nell’intervallo di confidenza, la forchetta statistica che oscilla da 0.83 a 0.96. In netto calo i positivi registrati nella settimana 5-11 aprile (2.084, con un’incidenza di 137 ogni 100mila abitanti e un -31% sul report precedente) anche se il dato risente delle festività e della frenata dei tamponi. L’incidenza settimanale, aggiornata fino al giorno prima per avere una fotografia più attuale dei contagi, è leggermente risalita fino a 155, ma già ieri era scesa a 147, grazie all’ultimo bollettino di 326 positivi registrati su 1.758 test molecolari. Il report settimanale segnala anche un calo dei nuovi focolai (-13 sul precedente) e un allentamento della pressione del Covid sugli ospedali. Così le previsioni di tenuta delle Marche sono migliorate: quella d’impatto, riferita alla resilienza dei servizi sanitari, è scesa da “alta” a “moderata”, quella di probabilità, relativa al trend dei contagi, si mantiene “bassa”. Bilanciando i due parametri, la classificazione complessiva di rischio attribuita alle Marche resta “moderata”. Tutti dati da zona gialla tranquilla, con tendenza all’ulteriore ribasso che legittima buoni oroscopi per venerdì. I dati di ieri segnalano un -32 dei ricoveri Covid complessivi, grazie anche a 71 dimissioni, e un -4 nelle terapie intensive. In calo, rispetto agli ultimi giorni, anche i decessi, anche se il bollettino resta il più doloroso: ieri sei vittime, tra 65 e 85 anni, che portano il totale a 2.836.

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