Corruzione e turbativa d'asta al teatro regio di Torino: bufera e perquisizioni anche nelle Marche

Corruzione e turbativa d'asta al teatro regio di Torino: bufera e perquisizioni anche nelle Marche
Corruzione e turbativa d'asta al teatro regio di Torino: bufera e perquisizioni anche nelle Marche
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Giovedì 28 Maggio 2020, 12:29

TORINO - Corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Sono le ipotesi di reato a carico degli indagati nella vicenda della gestione del Teatro Regio di Torino, per la quale, dalle prime ore di questa mattina, la Guardia di Finanza di Torino è impegnata in numerose perquisizioni in diverse Regioni italiane. Un bufera che coinvolge anche le Marche: negli anni sono stati diversi i ruoli anche apicali ricoperti da persone provenienti dal Pergolesi di Jesi e dallo Sferisterio di Macerata. E non a caso le perquisizioni ci sono state anche in provincia di Ancona e Fermo. Coinvolte nelle indagini due società, tra cui una elvetica, e quattro persone.

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L'operazione, denominata "Spartito" è condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, su delega della Procura in relazione ad alcune criticità emerse nella gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino. L'operazione  della Guardia di Finanza di Torino vede coinvolte le province di Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona.
 
Dalle indagini sarebbe emerso il legame professionale tra l'ex sovrintendente del Teatro Regio e un'agenzia teatrale svizzera  che avrebbe visto poi crescere il proprio fatturato a seguito della scritturazione, da parte della Fondazione Lirica, di artisti da essa rappresentati. Sarebbero, inoltre, emerse presunte irregolarità nella predisposizione del bando per la riconferma dell'ex Sovrintendente nonché nell'affidamento di incarichi a persone a lui vicine per la gestione del marketing del Teatro Regio.
Nel corso delle indagini è emersa anche  la vicenda di un dipendente della Fondazione che, nel giro di poco tempo, avrebbe visto il proprio ruolo professionale crescere da corista a collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo. Il dipendente, inoltre, avrebbe favorito l'aggiudicazione di un appalto per il servizio di marketing ad un'azienda milanese che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, attraverso la presunta complicità del titolare che avrebbe predisposto il bando di gara inserendo elementi selettivi eccessivamente stringenti per altri partecipanti.

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