ANCONA - Il virus circola molto di più nelle Marche rispetto a un mese fa, con un’incidenza settimanale di nuovi casi quasi triplicata, passando da 129 a 367 totali e da 8,4 a 24 ogni 100mila abitanti.
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Ma l’epidemia continua a viaggiare a due velocità: stabile e moderata da Pesaro ad Ancona, con una media sui 5 casi al giorno; sostenuta e con brusche accelerazioni nelle tre province più a sud, quelle più riparo dalla prima ondata, dove preoccupa soprattutto il Piceno, con oltre 20 nuovi casi al giorno.
Con i sobbalzi degli ultimi giorni (ieri 66 casi, martedì 84) la curva dell’epidemia sembra ricordare la parabola tracciata dai contagi giornalieri ad aprile, quando però si testava la metà dei tamponi rispetto a oggi e non emergeva il sommerso degli asintomatici.
Ma l’impatto attuale delle conseguenze sanitarie del Coronavirus non è nemmeno paragonabile con la situazione di sei mesi fa, ben più drammatica. L’8 aprile scorso, per dare un’idea, nelle Marche in lockdown da un mese c’erano 1.104 ricoverati per Covid (133 dei quali in terapia intensiva) e in 24 ore si erano contate 22 vittime. Ieri i positivi al Sars-Cov-2 ricoverati erano 39 (+3 rispetto a mercoledì), 5 dei quali in rianimazione (invariati), distribuiti tra 5 ospedali. Siamo al 3,3% di saturazione rispetto al picco dei ricoveri totali (1.168 del 29 marzo) e al 2,9% per quelli in terapia intensiva (169 il 31 marzo). Il reparto Covid con più pazienti è Malattie Infettive di Fermo, dove i pazienti sono saliti da 14 a 18, mentre a Torrette ci sono 14 ricoverati. I positivi in isolamento domiciliare salgono a 1.068 (+52) e i positivi attuali (compresi i ricoverati) a 1.107 (+55), due volte e mezzo in più di un mese fa (397), ma neanche un terzo rispetto all’8 aprile (3.572). Dall’inizio dell’epidemia sono 6.251 (+11) i dimessi e guariti nelle Marche, dove ieri per il quinto giorno consecutivo non si sono registrati decessi per il Coronavirus. In tutto i morti sono 992, 5 negli ultimi 4 mesi.
Precauzioni necessarie
Ma anche in assenza di stress per gli ospedali («il sistema sanitario regionale non è in emergenza», diceva ieri il governatore Acquaroli) le precauzioni anti-contagio sono di fondamentale importanza per contenere l’ondata d’autunno. E si comprende anche l’invito accorato del premier Conte a indossare le mascherine persino in casa, quando si sta in famiglia o si ospitano parenti. Basta vedere come si sono contagiati i 66 positivi di cui ieri dava notizia il bollettino diramato dal Servizio Sanità, con l’Osservatorio epidemiologico dell’Ars. Ben 16 per contatti a domicilio, altri 10 per contatti stretti (tra cui quelli con parenti).
In crescita anche i casi emersi da soggetti sintomatici (16) poi 4 rientri dall’estero (Romania, Albania, Svizzera) e 2 da altra regione, 4 casi nello screening in ambito scolastico, 5 nell’ambiente del divertimento, 1 in contesto lavorativo.
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