CIVITANOVA - Non è un ospedale nel pieno senso del termine, ma nemmeno un ospedale da campo. Tecnicamente il Covid hospital di Civitanova è una struttura ospedaliera temporanea come misura di contenimento dell’ emergenza epidemiologica da Covid-19, realizzata il polo Fiera di Civitanova Marche.
Pronta ad essere attivita in 12-24 ore. In piena attività sarebbe costato alla Regione circa 1,3 milioni al mese ma a bocce ferme dal mese di giugno il polo sanitario costa 60mila euro al mese.
Era il 2 aprile quando alla Regione Marche è arrivata la proposta della Fondazione Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta per la realizzazione dell’impianto proprio mentre il Gores (Gruppo operativo regionale emergenza sanitaria) evidenziava a necessità di avere in una zona centrale del territorio «una struttura ospedaliera di almeno 90 posti letto di terapia intensiva e subintensiva, per far fronte alle esigenze straordinarie determinate dalla pandemia».
La scelta
Di ipotesi in campo, l’ex governatore Ceriscioli, ne aveva messe parecchie: dal Palaindoor di Ancona a una nave attraccata al porto dorico, fino a decidere per la Fiera civitanovese. Il progetto, presentato dall’ex capo della Protezione civile Bertolaso prevedeva la realizzazione di 84 posti su 5.436 mq di struttura: 42 posti letto di terapia intensiva e rianimazione, suddiviso in 3 unità operative autonome di terapia intensiva con 14 letti ognuno; altre 3 unità operativa di terapia con altrettanti 42 posti letto di terapia sub-intensiva con impianti adeguati per terapia intensiva. Tutti i posti letto sono dotati di doppia presa ossigeno, doppia presa vuoto e aria compressa medicale.
I servizi
Le attività
Una delibera regionale inoltre prevedeva anche il contributo di tutte le Aree vaste per il personale sanitario per coprire tre turni con 40 operatori: 32 infermieri, tecnici, oss e 8 medici. E anche qui gli ostacoli non sono mancati: l’Asur infatti ha fatto ricorso ad un avviso pubblico per reperire le necessarie figure professionali attraverso le “prestazioni aggiuntive”, cioè turni ulteriori dopo aver completato il proprio orario di lavoro presso la loro struttura di appartenenza. Ma in mancanza di personale volontario, il personale è stato precettato con ordini di servizio.
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