Scuola post Covid, classi pollaio e distanziamenti: guerra dei numeri tra sindacati e Filisetti

Scuola post Covid, classi pollaio e distanziamenti: guerra dei numeri tra sindacati e Filisetti
Scuola post Covid, classi pollaio e distanziamenti: guerra dei numeri tra sindacati e Filisetti
di Martina Marinangeli
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Venerdì 5 Giugno 2020, 09:55

ANCONA - Con l’ultima campanella che sta per suonare, alla Camera passa la fiducia al Dl scuola che detta la linea su esame di Stato e ritorno tra i banchi a settembre, ma restano aperte diverse questioni. A partire dagli organici, sui quali nelle Marche è in atto un aspro braccio di ferro.

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Nella guerra dei numeri tra sindacati e Lega – che denunciano carenza di organico – e Ufficio scolastico regionale, il direttore generale Marco Ugo Filisetti ribalta l’equazione: «altro che tagli, nelle Marche non abbiamo mai avuto così tanti insegnati che, considerando anche quelli di sostegno, sono in rapporto 1:10 con gli studenti». La ragione è dovuta al fatto che, per l’anno scolastico 2020/21, si registra una riduzione complessiva di circa 4mila alunni iscritti (rispetto ai 208.330 frequentanti nell’anno in corso), a fronte di un numero di docenti assegnato dal Ministero rimasto pressoché invariato: 17.219 per il prossimo anno contro i 17.260 attuali. 
 

«Quella delle classi pollaio è una polemica pretestuosa – rincara la dose Filisetti - seguendo quanto indicato dal decreto 530 del 29 maggio, il prossimo anno scolastico ci sarà un numero di classi (10.005) sostanzialmente uguale rispetto allo scorso anno (10.053), nonostante la consistente diminuzione di alunni, con conseguente riduzione del numero medio di alunni per classe. Tra le oltre 10mila classi istituite non risultano sovraffollamenti e tanto meno un numero di alunni pari o superiore a 30». 

Dal canto loro, i sindacati restano sulle barricate e per lunedì stanno preparando un flash mob davanti alla Prefettura di Ancona, nell’ambito dello sciopero generale della scuola che andrà in scena proprio l’8 giugno, lunedì prossimo. In piazza del Papa verranno disposte sedie ad una distanza di un metro l’una dall’altra, inscenando una classe tipo da 30 alunni al tempo del Covid, per dar un impatto visivo dell’entità degli spazi che saranno necessari e di cui non tutti gli istituti sono dotati.

I nodi nazionali sull’annosa questione dei precari e sulla modalità di immissione in ruolo si intrecciano così con le diatribe regionali, con il dito puntato contro un «Usr capace di muoversi soltanto per algoritmi – denuncia Paola Martano (Snals) – che poco hanno a che fare con le reali necessità delle scuole marchigiane, e così ci ritroviamo, solo per fare un esempio, il liceo Rinaldini di Ancona dove ci sarà un’unica prima con 29 ragazzi». Oppure «a Urbino, dove se vuoi fare il Liceo scientifico devi spostarti a Pesaro perché le classi sono già piene – fa sapere Anna Bartolini (Cisl Scuola) – i presidi avevano chiesto lo sdoppiamento di alcune classi, ma non è stato loro permesso e questo è un problema soprattutto nei piccoli centri». 
Analisi condivisa dalla collega di Uil Scuola, Claudia Mazzucchelli, che osserva come «in alcune scuole ci fossero classi fin troppo affollate già prima. Figuriamoci ora, con la necessità di rispettare il distanziamento sociale di un metro.

È un’emergenza nell’emergenza in cui si innestano la carenza cronica di organico (per il personale Ata sono anche previsti tagli, benché non ingenti) e la questione dei precari, stimati in circa 2mila nelle Marche per il prossimo anno scolastico». Per Lilli Gargamelli (Cgil Scuola) «a non essere sufficienti sono le risorse per un organico incapiente sia a livello di docenti che si personale Ata, per non parlare del problema degli insegnanti specializzati nel sostegno, riconosciuto anche dal Ministero. Se il numero di alunni è in diminuzione – la replica a Filisetti – bisognerebbe riflettere sul profilo di abbandono scolastico che in questa regione è un problema». 

Nell’attesa che a settembre suoni la prima campanella, ci si prepara all’esame di maturità fissato per il 17 giugno ed è già iniziato l’intervento di pulizia di tutte le strutture, che dovranno essere a prova di Covid per accogliere esaminandi e docenti.

Dopo non poche difficoltà, è stato intanto chiuso l’elenco dei presidenti di commissione, che si insedieranno il 15 giugno. Con il decreto legge che ha ricevuto ieri il disco verde dal Parlamento, è finalmente arrivata inoltre la conferma ufficiale – a sole due settimane dall’avvio – che l’esame di Stato consisterà in una sola prova orale in presenza. 

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