Screening Covid di massa nelle Marche: in cinque giorni tamponi rapidi a quasi un milione di persone

Screening Covid di massa nelle Marche: in cinque giorni tamponi rapidi a quasi un milione di persone
Screening Covid di massa nelle Marche: in cinque giorni tamponi rapidi a quasi un milione di persone
di Maria Cristina Benedetti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 08:41

ANCONA La formula iniziale sarà quella del “5 + 1”. Neppure una settimana per centrare l’obiettivo. Va definendosi il perimetro dell’operazione screening di massa. Gratuita e volontaria, per individuare, tracciare e isolare il più possibile il virus, dovrebbe scattare dal 18 al 23 dicembre.

LEGGI ANCHE:

Si partirà dai capoluoghi di provincia - Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli e Fermo - ai quali si aggiungerà Urbino. E da una cifra: i 2,2 milioni di tamponi antigenici rapidi che arriveranno proprio sul filo, il 18 dicembre.

La fornitura dovrebbe essere più che sufficiente a coprire i 900mila marchigiani che ci si aspetta che accettino di sottoporsi al test, secondo le previsioni della Regione sostenitrice della missione-prevenzione.

L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ripassa le cifre che alimentano la sua convinzione. «Considero la percentuale di circa il 70% di adesione da parte dei cittadini di Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano che hanno già percorso questa strada». E via. 

I confronti 

Prefigura la macchina in azione, l’assessore. Se l’ingranaggio riuscirà a girare al ritmo giusto, in massimo una mezz’oretta, giusto il tempo di reazione della strisciata, l’affare dovrebbe essere concluso. In caso di tampone rapido antigenico negativo si riprenderà la via di casa, altrimenti, se l’esito sarà positivo, si passerà a quello molecolare. Procede per gradi Saltamartini. Lunedì era in diretta online col direttivo regionale dell’Anci, la voce dei Comuni. «Per spiegare la procedura». Venerdì convocherà le cinque conferenze di area vasta, con dipartimento di Protezione civile, Asur e tutti i sindaci. «Per chiedere loro l’aiuto di cui abbiamo bisogno, sulla comunicazione e sull’individuazione degli spazi dove eseguire i test». I fortini anti-Covid, per funzionare, dalle 8 alle 20 avranno bisogno di almeno 18 persone a postazione. Una necessità che ripropone l’urgenza delle urgenze lungo i sentieri accidentati della pandemia: la mancanza di personale. E così per saltare l’ostacolo è già scattata una chiamata alle armi senza distinzione di quartiere: medici in pensione, quelli che ancora si stanno formando, i volontari tutti, d’ogni sigla e associazione. Gli immancabili infermieri. Le persone di buona volontà.
Di massa e senza escludere gli angoli più sperduti di questa terra. Dopo l’esordio dei centri capoluogo, toccherà a quelli con oltre 20mila abitanti, e poi ancora a quelli con più di 10mila, 5mila e sempre meno. Tutti dentro, va ripetendo Saltamartini di fronte all’Anci schierato, da remoto, al gran completo. «Chiedo - è la sua liturgia - la vostra collaborazione per individuare le aree Drive-In dove consentire ai cittadini di sottoporsi al tampone senza scendere dalle proprie auto; la collaborazione degli uffici anagrafe per segmentare tempi e modi; la massima diffusione attraverso i vostri siti web e i profili social dell’autocertificazione da compilare e firmare per fare volontariamente il test e dichiarare di non avere i sintomi del contagio da Covid». La risposta non si fa attendere. «Siamo pronti a fare la nostra parte, ciascuno nel proprio Comune, in qualità di sindaci». Valeria Mancinelli, presidente Anci e prima cittadina dorica, parla a nome di tutti. Presente. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA