Coronavirus, ospedale unico per i contagiati. La Regione sta pensando di tenere in una sola sede le persone infette

L'ospedale di Torrette: lo spazio per i container che saranno posizionati davanti al pronto soccorso
L'ospedale di Torrette: lo spazio per i container che saranno posizionati davanti al pronto soccorso
di Stefano Rispoli
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Giovedì 5 Marzo 2020, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 18:40
ANCONA - Cresce di ora in ora il numero di pazienti infettati dal virus cinese. Salgono a quattro i decessi. Aumentano pure medici, infermieri e operatori sanitari messi in quarantena per il sospetto di un contagio. Fino a questo momento, il sistema sanitario ha retto, nella sua interezza: dagli ospedali alla rete territoriale; dal sistema di emergenza fino ai medici di medicina generale. Lo sguardo, però, impone di andare oltre, ad un’evoluzione dell’infezione.

La previsione
La Regione ha dimostrato di volersi muovere con anticipo e così lo sguardo di tutto il sistema sanitario si sta indirizzando per dare una risposta ad una domanda che sta diventando sempre più pressante tra chi opera in corsia: individuare, ove se ne presentasse la necessità, un unico polo ospedaliero nelle Marche a cui destinare tutti i malati da Covid-19 nelle Marche.

 

A questo scopo, in seno al Gores, il braccio operativo della Regione sull’emergenza Covid-19, è stata definita una check list di requisiti che dovrebbe possedere l’ospedale per Coronavirus: deve occupare una posizione di centralità geografica per essere facilmente raggiungibile da tutta la Regione e, oltre a spazi interni e strumentazioni adeguate, è richiesta la disponibilità di ampi parcheggi, anche per allestire i supporti, come i container per il pre-triage. Da un lato, c’è una struttura regionale già pronta con tutte le specialità necessarie che è proprio l’ospedale regionale.
L’approfondimento
Il presidente della Regione Luca Ceriscioli conferma che è allo studio la possibilità di dedicare un’ala dell’ospedale di Torrette a questi pazienti. Si è parlato anche dell’ipotesi inversa: liberare cioè l’ospedale di Ancona per consentire al presidio regionale di portare avanti la mole di lavoro in condizioni di normalità ed efficienza. Una previsione che ha orientato il radar verso la provincia di Macerata, ma che è difficilmente percorribile dal punto di vista tecnico. Intanto che l’ospedale di Torrette rischi di ingolfarsi, lo dimostra la decisione della Direzione ospedaliera che ha ridotto l’attività chirurgica e ambulatoriale non urgente. Tutto ciò che in questo momento è differibile, viene rinviato: operazioni, consulti, visite programmate. In particolare, si sta procedendo a una graduale riduzione dell’attività pomeridiana radiologica per pazienti esterni. I pazienti - informa l’Azienda - verranno avvisati e collocati in una lista per provvedere alla graduale ridistribuzione una volta ristabilite le normali condizioni. Ovviamente, viene salvaguardata l’emergenza-urgenza e l’attività di tutti gli interventi di tipo A (oncologici). Si è deciso anche di dimezzare il numero delle sale operatorie utilizzabili.
Le limitazioni
Un freno è stato posto pure all’attività ambulatoriale che garantirà gli interventi urgenti, posticipando il resto, a discrezionalità del medico. Dunque, il consiglio per chi ha un appuntamento in agenda è telefonare e informarsi preventivamente sulla conferma. Altro scudo per difendersi dal Coronavirus sono i container per il pre-triage: ne verranno installati due a Torrette e uno al Salesi. Obiettivo: creare aree di prefiltraggio all’esterno per accogliere i casi sospetti e gli accompagnatori dei pazienti definiti a rischio, in modo da impedire la diffusione del virus all’interno dei due presidi. I lavori, anche con l’ausilio di volontari convocati dalla Protezione civile, partiranno questa mattina e nel giro di un paio di giorni i container saranno operativi. Invece all’Inrca, dove ieri si è registrato il primo decesso da Coronavirus, si procede con la differenziazione dei punti d’ingresso al pronto soccorso. «Il paziente che arriva spontaneamente viene triagiato anche attraverso il videocitofono e abbiamo creato percorsi distinti per isolare i casi sospetti» spiega il dg Gianni Genga. Sì perché gli stessi operatori sanitari sono a rischio: a Torrette già una ventina tra medici, infermieri e tecnici sono stati sospesi dal servizio per il sospetto di un contagio. Tra loro, anche un dottore del reparto di Chirurgia maxillo-facciale che ha trattato un paziente risultato poi positivo al Covid-19. Ieri mattina è toccato a un intero equipaggio del 118, medico, infermiere e autista che il 26 febbraio avevano trasportato all’ospedale una novantenne anconetana per problemi respiratori: solo arrivati nella sua abitazione hanno realizzato che aveva la febbre. Per quanto poi siano state adottate tutte le precauzioni necessarie, all’equipaggio ieri è stata comunicata la “quarantena” perché all’anziana è stata riscontrata un’infezione da Coronavirus. 
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