Famiglia, fidanzati e movida: la metà dei contagi delle Marche viene dal "fuoco amico"

Famiglia, fidanzati e movida: la metà dei contagi delle Marche viene dal "fuoco amico"
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 22 Ottobre 2020, 08:53

ANCONA - Diavolo di un virus, capace di nascondersi nel sorriso di una mamma o di un figlio e nell'abbraccio di un amico. Proprio l'ambito familiare e i cosiddetti contatti stretti sono al momento le occasioni di contagio di gran lunga più frequenti nelle Marche.

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Ieri oltre la metà dei 226 nuovi positivi diagnosticati nella nostra regione (un altro picco sopra quota 200, il quinto dall'inizio dell'epidemia) derivavano proprio dal setting domestico (61 casi) da quello dei contatti stretti con soggetti positivi (60).

Non solo i familiari conviventi, ma anche amici e conoscenti, parenti e fidanzati possono involontariamento scatenare il fuoco amico del contagio. 

L'effetto movida
In aumento rispetto ai giorni precedenti, quando viaggiavano a un'andatura di 7-8 ad ogni bollettino, i contagi addebitati a contatti in ambiente scolastico-formativo (12 casi), sempre di meno però rispetto ai 17 casi di trasmissione che, secondo l'indagine epidemiologica, sono dovuti a frequentazioni di ambienti di vita o divertimento, i cosiddetti luoghi della movida. Altri 5 casi, tra i 226 di ieri, sono stati registrati in ambiente lavorativo, 4 derivano da rientri dall'estero (Romania), 3 i casi riscontrati nello screening in ambito sanitario, 2 quelli rilevati nel setting assistenziale. Di 41 casi, quasi un quinto del totale, si stanno effettuando le indagini epidemiologiche e questo elevato numero di casi di origine ancora incerta testimonia a che la difficoltà con cui i Dipartimenti di prevenzione dell'Ausr, nonostante l'encomiabile impegno sul territorio delle cinque Aree Vaste, cercano di stare dietro al tracciamento dei contatti di ogni singolo caso positivo.
Le province
La diffusione dei contagi sul territorio, che nella fase 1 aveva risparmiato abbastanza il sud delle Marche, vede di nuovo in testa la provincia di Ascoli Piceno, 67 nuove diagnosi di positività (valore mai raggiunto prima), seguita con 53 dalla provincia di Macerata, da quelle di Ancona e Fermo con 36, mentre Pesaro Urbino ne registra 26 e 8 casi sono di fuori regione. 
Non capitava dal 21 marzo di avere un numero così alto di contagiati in 24 ore nelle Marche, ma all'epoca bastò esaminare 651 tamponi per trovarne 268 positivi, oltre il 40%. Ieri invece i 226 casi sono emersi da 1.486 test molecolari del percorso nuove diagnosi, il primo tampone che si fa quando c'è un sospetto di positività, o per i sintomi o per contatti ravvicinati con soggetti positivi.
L'incremento
Il picco di ieri (il giorno prima i contagi erano stati 89 su 913 tamponi) preoccupa soprattutto per il rialzo brusco del tasso di positività dei campioni esaminati: martedì erano sotto il 10% (neanche uno ogni dieci), ieri è salito al 15,2% (uno ogni 6,5). Con i 226 casi di ieri le Marche hanno avuto un incremento giornaliero del 2,34%, il più alto del post lockdown, anche se inferiore alla media nazionale di +3,5%, per effetto di 15.199 casi diagnosticati in tutta Italia, oltre 4mila dei quali in Lombardia.

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