ANCONA - Per citare Ennio Flaiano, la situazione è grave, ma non è seria. Nel caos della pandemia, con ospedali sotto stress e varianti che fanno tremare, si trova anche il tempo per gli incidenti diplomatici attorno ai comunicati stampa. Era fissato per ieri alle 13:30 l’incontro tra Regione – presenti il governatore Francesco Acquaroli, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e la dirigente del Servizio salute Lucia Di Furia –, la prefettura dorica ed i sindaci dei Comuni dell’Anconetano più colpiti dal contagio (Ancona, Fabriano, Jesi, Falconara, Loreto, Camerano, Castelfidardo, Castelplanio, Sassoferrato, Chiaravalle, Osimo, Senigallia, Sirolo, Montemarciano).
A quell’ora, non era arrivata la comunicazione ufficiale, da parte del ministero della Salute, della permanenza in zona gialla delle Marche – che sarebbe giunta alle 16 – e dal meeting si era usciti con l’ok delle fasce tricolore all’eventuale decisione del governatore di prorogare il blocco dei confini della provincia.
La scelta iniziale
Unanime anche la scelta di vergare un comunicato stampa congiunto Regione-Anci rispetto a quanto emerso dall’incontro, in modo tale da non creare ulteriore confusione.
Il braccio di ferro
Le ragioni del balletto dei comunicati stanno nel fatto che la Regione si sarebbe piccata per la postilla finale inserita nella nota Anci e per il fatto che si parla di «misure di restrizione adottate per un’ulteriore settimana», lasciando intuire, prima ancora della firma di un’ordinanza ad hoc da parte di Acquaroli, che il blocco dei confini dorici sarebbe stato prorogato per altri sette giorni. Cosa che era trapelata anche in un post Facebook, benché più generico, del sindaco di Catelfidardo, Roberto Ascani, nel quale si sottolineava che «la regione rimarrà in zona gialla anche la prossima settimana ma alla provincia di Ancona verrà esteso il divieto di spostamento verso e da altre province». Insomma, scaramucce istituzionali ai tempi del Covid.