Emergenza Covid, l'assessore Castelli: «Rimborsi alla categorie? Ci stiamo pensando, ma scordatevi i monopattini»

Emergenza Covid, l'assessore Castelli: «Rimborsi alla categorie? Ci stiamo pensando, ma scordatevi i monopattini»
Emergenza Covid, l'assessore Castelli: «Rimborsi alla categorie? Ci stiamo pensando, ma scordatevi i monopattini»
di Andrea Taffi
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 10:14

Guido Castelli, assessore regionale al Bilancio e terremoto: avendo amministrato un comune capoluogo ed essendo stato responsabile Anci nazionale per la finanza locale c’è una grande attesa sulle sue competenze. Ha preparato il cappello a cilindro?
«Stiamo lavorando per soluzioni che siano non solo congiunturali ma anche sistemiche. Le Marche anche prima della pandemia mostravano una sofferenza inedita come sistema economico.

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Essere inseriti dall’Europa nelle aree di transizione dettagliava lo scivolamento a sud. È il nervo scoperto che sta a cuore al presidente Acquaroli: imprimere un mandato strategico al questo governo».

Non abbiamo capito quale sarà il punto di caduta, però.
«È in corso di valutazione. Ci sono numeri importanti che ballano tra noi e lo Stato. Posso dire questo: condividerò la mia azione con tutti i settori. Con qualcuno, Baldelli, siamo già partiti per stilare un catalogo di priorità per le infrastrutture. Ma vorrei essere l’hardware a disposizione di tutti i colleghi. E poi avvierò una campagna di ascolto da Gabicce ad Arquata. Va recuperata una relazione forte con i territori». 
Non si è sentito parlare ancora di documento di programmazione economico finanziario: non è tardissimo? 
«Andava approvato entro giugno ma c’è stata una doppia transizione eccezionale: quella elettorale e quella pandemica. Le linee guida arriveranno contestualmente al bilancio. Terremo conto del quadro programmatico dalle dichiarazioni di martedì del presidente Acquaroli e degli argini nazionali: la finanza pubblica è regina sovrana del nostro operato». 
Andiamo nel dettaglio. Il contenzioso sulle minori entrate con la Ragioneria dello Stato non è ancora stato chiuso?
«Le voci variabili interessate sono due: la riduzioni del gettito che è in corso di verifica è l’altra variabile dipende dalle stime collegate alla sospensione di alcune tasse e al rinvio di scadenze. Il governo ha delle stime di ristoro ma la corrispondenza tra realtà e stime si misura nel tempo». 
Stiamo andando a tentoni?
«No. Studiamo per farci trovare preparati quando ci sarà il confronto con il Mef e lì si peserà la reputazione della Regione Marche, la mia e quella servizio guidato da Maria Di Bonaventura. Al tavolo si parrà nostra nobilitade e faremo valere le nostre ragioni».
Ha citato l’Inferno di Dante. Paragone quanto mai calzante.
«L’intervento massivo e dirigista, ovviamente comprensibile, del governo ha influenzato le poste contabili degli enti per così dire sottoordinati. Questo, è evidente, porterà dei limiti al nostro campo di azione».
Puzza di scaricabarile. Vista la seconda crisi Covid le imprese si chiedono se ci saranno ristori come avvenuto per la prima.
«Non voglio essere reticente. Faccio solo due domande: chi saranno i colpiti di questa fase? E se tra dieci giorni ci sarà un nuovo lockdown? Il contrasto alla crisi richiede un impegno di analisi. Il presidente Acquaroli non vuole azioni estemporanee. Per capirci noi non crediamo nei monopattini o nei banchi a rotelle (riferimento a Piattaforma 210 di Ceriscioli, ndr). Più degli spot cercheremo di incidere sul mondo della produzione. Gli obiettivi del governatore sono due: garantire la sopravvivenza, perché adesso la casa brucia, ma dopo la resistenza dobbiamo dare stimoli per la ripresa. A questo risponderà la prima manovra di dicembre che avrà un’anima e una strategia».
Si è già sentito con il commissario alla Ricostruzione Legnini
«L’apparato normativo prodotto da Legnini per la ricostruzione privata è esaustivo. C’è ancora molto da fare sul lato pubblica. Vanno ricoinvolti i tecnici: perché sono loro che pensano la ricostruzione e la mettono in atto. Poi stiamo confrontandoci per aumentare le stazioni appaltanti, la burocrazia si supera anche così. E poi una fetta del recovery fund sarà destinata alle aree del terremoto: si parla di 3,7 miliardi. Da un primo confronto con il presidente Acquaroli, è emersa per la prima volta l’idea di rivitalizzare gli ambienti economico-sociali una volta fatta la ricostruzione. Per evitare di avere villaggi fantasma bisogna lavorare da subito sulle aree interne che non possono essere esempi di biodiversità umana tutelati come panda ma pezzi integranti del territorio».
Che aria si respira in giunta?
«Un grande senso di responsabilità per lo storico mandato affidatoci dalla gente per una regione in difficoltà in un momento drammatico.

E penso ai medici e agli infermieri in prima linea. C’è poco da aggiungere».

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