Dopo la grandine sono i cinghiali a devastare i campi. Coldiretti: «Danni gravissimi, urgono interventi dopo il lockdown»

Dopo la grandine sono i cinghiali a devastare i campi. Coldiretti: «Danni gravissimi, urgono interventi dopo il lockdown»
Dopo la grandine sono i cinghiali a devastare i campi. Coldiretti: «Danni gravissimi, urgono interventi dopo il lockdown»
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Venerdì 22 Maggio 2020, 15:33

ANCONA - Non c'è pace per l'agricoltura marchigiana. Solo pochi giorni fa il maltempo ha colpito durissimo, con la grandine che ha quasi completamente distrutto le colture in alcune zone nella nostra regione, ma sono anche i cinghiali a devastare i campi. E Coldiretti invoca l'intervento delle istituzioni.

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"Nelle campagne marchigiane - scrive infatti l'associazione - la situazione relativa ai danni da ungulati è sempre più drammatica e oltre ai danni del maltempo, che ha letteralmente distrutto intere coltivazioni di frutta, ortaggi, vigneti e cereali nella notte tra 20 e 21 maggio, si aggiungono le ininterrotte incursioni degli animali selvatici a terminare di rovinare i raccolti. Scorrerie indisturbate, nonostante la Regione Marche avesse già acceso i megafoni nei giorni scorsi per annunciare l’ok alla ripresa immediata delle attività di contenimento. Trappole e abbattimenti che, durante il lockdown, si erano fermati e ad oggi, pur essendoci tutti i presupposti, non sono affatto ripresi".

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"Nessuna area dell’entroterra è immune e la fauna selvatica indisturbata amplia il suo raggio d’azione in modo esponenziale. In provincia di Pesaro Urbino le situazioni più critiche si registrano a Urbino, Urbania, Peglio, Cagli e Fossombrone. Nell’Anconetano branchi numerosi e fuori controllo a Fabriano, Sassoferrato, Serra San Quirico ma anche a Moie e Cupramontana. In provincia di Macerata non va meglio a San Severino, San Ginesio e Sarnano. Una devastazione senza fine che si abbatte su campi di girasole (attaccati anche dai piccioni), cece, piselli, mais e lenticchie, tanto che alcune colture non vengono neanche più riprese perché sistematicamente distrutte".  “Il tutto avviene nell’immobilismo degli enti preposti – denuncia Coldiretti Marche – e non se ne capisce più la motivazione, visto che la riapertura dell’attività di selezione è stata data dal presidente Ceriscioli con l’avvio della Fase 2. Parliamo del 4 maggio. Agricoltori esausti e pronti a farsi sentire contro l’indifferenza e l’assenza di iniziative con una prossima grande manifestazione, se le cose non si sbloccheranno subito".

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