Coronavirus, la crociata di Ceriscioli nelle Marche: «Caccia agli asintomatici, faremo molti più tamponi»

Coronavirus, la crociata di Ceriscioli nelle Marche: «Caccia agli asintomatici, faremo molti più tamponi»
Coronavirus, la crociata di Ceriscioli nelle Marche: «Caccia agli asintomatici, faremo molti più tamponi»
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 04:35

ANCONA - L’ultima sfida del governatore Ceriscioli parte dal sud delle Marche, dove il contagio non ha ancora assunto proporzioni rilevanti. «Ci stiamo attrezzando per aumentare la produzione dei tamponi ed estendere l’esame per il Covid-19 anche alle persone che non presentano sintomi evidenti della malattia». Il presidente guarda soprattutto alla zona di Ascoli Piceno, dove anche ieri i casi positivi erano fermi a 7. 

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«Il dato emergente è di asintomatici che diffondono il contagio - spiega Ceriscioli - e in questo contesto l’aumento dei tamponi diventa una strategia importante per limitare ulteriormente le possibilità di trasmettere il Coronavirus in maniera del tutto inconsapevole. Ci stiamo quindi attrezzando con una macchina capace di processare 800 tamponi al giorno per fare un grande salto di qualità». E così le Marche si allineano alla strategica di contenimento adottata in Veneto dal governatore Zaia: uno screening che aiuterebbe ad individuare anche chi è un vettore di contagio nonostante all’apparenza non presenti sintomi specifici della malattia. Il presidente Ceriscioli però punta adesso ad un monitoraggio limitato all’area ascolana, in particolare nelle zone dove si è diffuso il Covid-19. 
 
Un piano che va a potenziare le misure di contenimento adottate dallo Stato proprio per limitare al massimo la diffusione del virus e che trova d’accordo anche il professore di Immunologia dell’Università di Firenze, Sergio Romagnani: «Secondo lo studio effettuato sui 3 mila abitanti di Vo’ Euganeo, risulta che il 50-75% degli infetti era asintomatico». Dunque, riflette l’epidemiologo, «fare tamponi solo alle persone sintomatiche è l’opposto di quello che dovrebbe essere fatto. È fondamentale, per bloccare la diffusione del virus, identificare il più precocemente possibile il più alto numero di soggetti asintomatici che sono fonte della malattia. Le politiche di contenimento devono essere riviste». E proprio sullo studio del prof. Romagnani si fonda l’appello che l’Ordine dei medici odontoiatri della provincia di Ascoli Piceno ha inviato al governatore Ceriscioli. «L’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del Coronavirus e la gravità della malattia». 
La preoccupazione
I medici odontoiatri sottolineano che gli operatori sanitari esposti al virus «sviluppano frequentemente un’infezione asintomatica continuando a veicolare l’infezione tra loro e ai loro pazienti e così gli ospedali rischiano di diventare zone ad alta prevalenza di infettati in cui nessun affetto è isolato». Dunque, secondo lo studio dell’epidemiologo toscano il rischio di contagio per i pazienti e tra colleghi diventa altissimo: «Esiste inoltre il rischio di creare delle comunità ad alta densità virale che sono quelle che, secondo lo studio, favoriscono anche la gravità del decorso della malattia». Fino ad oggi la nostra regione ha pagato un prezzo carissimo in vite umane: 91 i pazienti deceduti, di cui 74 in provincia di Pesaro Urbino. Oltre alle Marche anche l’Emilia Romagna ha deciso di proseguire sulla strada dei tamponi a largo raggio, partendo subito dagli operatori sanitari, per poi arrivare ad estendere l’esame anche ai cittadini, secondo un piano modulato dalle varie province. 
mtb

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