Il Covid frena la sanità, Appignanesi: «Rallentamento inevitabile, liste di garanzia per rimettersi in moto»

Il Covid frena la sanità, Appignanesi: «Rallentamento inevitabile, liste di garanzia per rimettersi in moto»
Il Covid frena la sanità, Appignanesi: «Rallentamento inevitabile, liste di garanzia per rimettersi in moto»
di Andrea Taffi
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Martedì 4 Maggio 2021, 08:36

Remo Appignanesi, direttore sanitario Asur: tra i problemi dell’uscita dall’assetto-Covid dei nostri ospedali ci sarebbe anche quello del ritorno alla sanità ordinaria per quanto riguarda diagnostica e prestazioni ambulatoriali. 
«È un passaggio obbligato ma ci serve il tempo necessario per sganciarci dall’assetto Covid, liberare risorse sanitarie che si possano dedicare a questo aspetto».

Mutuando un’espressione del gergo bancario, Asur resta sempre la stanza di compensazione tra le agende dei vari cup territoriali e delle cosidette liste di garanzia?
«Certo, il cruscotto è sempre acceso si tratta solamente di riattivarlo e far ripartire il meccanismo.

Avverrà a breve».

In realtà il meccanismo delle liste di garanzia non si sarebbe mai fermato.
«È così tecnicamente. Ma con gli ospedali sotto stress e i medici che se non sono stati cooptati per i reparti Covid hanno dovuto concentrarsi sui vaccini, le prestazioni non possono viaggiare allo stesso ritmo».

Vogliamo ricordare come funzionano le liste di garanzia?
«Con l’impegnativa del medico per un determinato esame, alla prima consultazione, l’utente interpella il Cup: se non si trova lo spazio il Cup chiede all’utente se vuole essere iscritto alle liste di garanzia. In caso di assenso, il Cup si impegna a richiamare il paziente offrendogli soluzioni alternative che verranno selezionate incrociando tutte le agende delle aziende sanitarie della nostra Regione». 

E se non si trovava posto per l’esame anche in questo caso?
«Può succedere per piccole percentuali. È previsto un iter ulteriore per tentare una forzatura funzionale a trovare lo slot giusto per la prestazione». 

Aveva funzionato l’anno scorso?
«Diciamo che, in condizioni di organici a regime ordinario aveva dato un forte impulso per mettere in circuito più spazi disponibili per lo svolgimento di esami e prestazioni. Il meccanismo delle liste di garanzia consente di rilevare quello che prima non si vedeva. Non trovo posto, vado via e mi lamento. Qui invece il paziente viene tracciato: finisce nel sistema informativo del Cup e rileva lo sbilanciamento tra domanda e offerta».

E da questo punto di vista su quali prestazioni in particolare si era lavorato per colmare lo sbilanciamento tra domanda e offerta?
«Un esempio sono le prestazioni cardiologiche per i minorenni che registravano una carenza di offerta: per questo è stata attivata una convenzione con Torrette per affiancare gli ambulatori cardiologici aziendale nel ridurre l’età dei pazienti visitabili a sei anni. Era tutto pronto per partire poi è arrivata la seconda ondata del Covid».

A proposito. Abbiamo dato un’occhiata alle prestazioni erogate prima a settembre 2020 e poi, le stesse prestazioni a gennaio 2021: secondo i dati Ars Marche ci sono specialistiche in cui i dati si sono dimezzati. Per non dire peggio.
«Nell’aggiornamento del piano di attesa che risaliva a gennaio 2020 era stato fatto un lavoro molto dettagliato sul riequilibrio territoriale per ridurre l’ambito geografico nell’ambito del quale offrire la prestazioni tra Asur, aziende ospedaliere, Inrca ed erogatori privati. Purtroppo quando è ripartita la pandemia il lavoro si è dovuto arrestare».

Le visite oncologiche calate del 74% è un dato pessimo.
«La vista oncologica viene prevalentemente gestita con la presa in carico da parte degli ambulatori, ma il dato che mi segnala richiede certamente un approfondimento».

È difficile ora far ripartire la macchina?
«Guardi, il sistema ogni giorno emette un report con una fotografia che dà il polso della situazione. Sotto seconda e terza ondata Covid abbiamo visto che c’era stato anche un calo sensibile delle prenotazioni: la gente non voleva venire in ospedale. Ora le liste di attesa hanno ricominciato a popolarsi».

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