«Senzatetto positivi al Covid: centinaia di persone in difficoltà». Ma l'appello della Caritas cade nel vuoto

«Senzatetto positivi al Covid: centinaia di persone in difficoltà». Ma l'appello della Caritas cade nel vuoto
«Senzatetto positivi al Covid: centinaia di persone in difficoltà». Ma l'appello della Caritas cade nel vuoto
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Martedì 26 Gennaio 2021, 06:15

ANCONA - La questione sociale dimenticata nei punti ciechi dell’emergenza Covid. La pandemia ha fatto da moltiplicatore alle problematiche legate all’accoglienza dei senza fissa dimora, che in questo periodo si trovano a dover affrontare anche le rigide temperature invernali.

Una situazione allarmante su cui hanno acceso un faro sia le Caritas che le associazioni di volontariato, preoccupate dalla “non gestione” del fenomeno.

Le richieste

In due lettere inviate, già a novembre, al governatore Acquaroli, agli assessori Saltamartini (Sanità) ed Aguzzi (Protezione civile) ed al presidente del Consiglio regionale Latini, il vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola Armando Trasarti, ed i rappresentanti di Caritas ed associazioni di volontariato hanno chiesto un incontro con le istituzioni per affrontare il delicato tema, senza però ricevere risposta.

A raccogliere la loro preoccupazione, il consigliere dem Antonio Mastrovincenzo, che ha tacciato la Regione di non trattare questo dramma come una priorità. Nella lettera inviata il 20 novembre, il vescovo Trasarti aveva proposto a Palazzo Raffaello un confronto «per discutere del tema dell’accoglienza per persone senza dimora positive al Covid 19 per la loro quarantena, per la quale non ci sono strutture disponibili».

Le questioni pressanti

Le 13 Caritas marchigiane, specialmente quelle della costa, ricevono infatti sempre più frequentemente richieste per l’individuazione di luoghi in cui ospitare persone in isolamento fiduciario. Richieste riguardanti persone che versano in uno stato di particolare fragilità. «Da marzo 2020, le Caritas hanno effettuato più di 60mila interventi rivolti a quasi 10mila persone, nel 45% dei casi cittadini italiani – traccia un quadro il vescovo –. Sul totale, il 23% degli interventi ha riguardato persone senza fissa dimora, per il 93% collocate nelle zone costiere delle diocesi di Ancona-Osimo, Pesaro, San Benedetto, Senigallia e Fermo». Il dato che più colpisce, è che il 32% delle volte, l’aiuto delle Caritas è servito a persone occupate (nel 2019, il dato si fermava al 14%), segno di un evidente peggioramento delle condizioni economiche anche di chi un lavoro, seppur precario, ce l’ha.

Le necessità

Gli interventi di erogazione di beni alimentari sono stati 46mila, gli accessi agli empori della solidarietà 6mila e più di 50mila i pasti d’asporto distribuiti in tutta la regione. «Avere delle linee condivise di sostegno e tutela delle persone più fragili in questa particolare situazione sanitaria – scriveva ancora Trasarti a novembre –, con l’approssimarsi dei mesi invernali, è indispensabile». Appello, finora caduto nel vuoto, a cui aveva fatto eco, a pochi giorni di distanza, quello delle associazioni che si occupano dei senza dimora: 10 presidi di accoglienza firmatari della seconda lettera, datata 23 novembre, inviata ad Acquaroli e Saltamartini.
Il nodo tamponi
Tra le problematiche segnalate, il fatto che non esista un percorso per poter effettuare i tamponi ai senzatetto, e la richiesta, alle strutture, di riaccogliere persone positive al Covid (ad esempio nel caso di senza fissa dimora asintomatici) e ciò non è possibile per ovvi motivi. «Occorre prevedere luoghi dedicati alle quarantene dei senzatetto negativi, ma contatti stretti di casi positivi», sottolineano le associazioni. «Facciamo appello affinché si dia seguito ad una serie urgente di iniziative concrete che portino alla realizzazione di un “piano freddo” in modalità compatibili con l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria – scrivevano il 23 novembre –, e venga fornito sostegno e riferimento istituzionale a tutte le realtà che se ne prendono cura». 
I costi
Tra le richieste, un tavolo di confronto con le istituzioni, lo stanziamento di appositi fondi per l’apertura e la gestione di strutture di accoglienza, la stesura di un piano regionale per un’accoglienza diffusa, e l’individuazione di soggetti che facciano da riferimento dal punto di vista sanitario. Ipotizzano inoltre l’attivazione di luoghi per la quarantena dei senzatetto sull’esempio dei Covid Hotel. 

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