Cassa integrazione e Fis in ritardo, protestano i sindacati: «Decine di migliaia di lavoratori delle Marche in difficoltà»

Cassa integrazione e Fis in ritardo, protestano i sindacati: «Decine di migliaia di lavoratori delle Marche in difficoltà»
Cassa integrazione e Fis in ritardo, protestano i sindacati: «Decine di migliaia di lavoratori delle Marche in difficoltà»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Maggio 2020, 13:45

ANCONA - Cassa integrazione, soprattutto quella in deroga, in forte ritardo e lavoratori in difficoltà senza reddito e con bollette e affiti da pagare: protestano i sindacati delle Marche.

LEGGI ANCHEZero contagi nelle Marche, Ceriscioli non cita l'Osservatorio di Riccardi ma esulta: «Avevamo ragione noi»/ Lo studio della Regione

Cgil Cisl e Uil delle Marche sottolineano la grave difficoltà in cui versano migliaia di lavoratori e lavoratrici di questa regione, in relazione all'erogazione degli ammortizzatori sociali per fronteggiare l'emergenza Covid-19. «Nonostante l'efficace lavoro svolto dall'Inps, dalla Regione e dall'Ebam che hanno elaborato migliaia di pratiche in poche settimane - dicono in una nota unitaria -, sono emersi con drammatica evidenza tutti i limiti di un sistema farraginoso e differenziato a seconda dei settori e delle tipologia di impresa, nonché dei soggetti che usufruiscono di tali strumenti»

LEGGI ANCHE: Domani il Corriere Adriatico si fa in tre: giornale, inserto speciale e una mascherina in omaggio
 
«Nella nostra regione sono circa 200mila le persone coinvolte nei mesi di marzo e aprile, con una differenza sostanziale: mentre per quanto riguarda la Cassa Ordinaria le quasi 11mila domande sul territorio regionale sono in via di autorizzazione completa da parte dell'Inps e molti lavoratori hanno ricevuto o stanno ricevendo in questi giorni i pagamenti diretti per i mesi di marzo e aprile, per quanto concerne la Cassa in deroga (circa 14mila domande per 39mila lavoratori),- avvertono - registriamo ancora un ritardo nei pagamenti
soprattutto del mese di aprile, dovuti al mancato trasferimento delle risorse all'Inps regionale da parte del Governo, risorse tra l'altro già stanziate nel dl Cura Italia e rafforzate con un ulteriore stanziamenti di 2,7 miliardi di euro nel dl Rilancio». «La stessa situazione preoccupante riguarda i pagamenti di Fsba che interessa le imprese artigiane ed i loro lavoratori (10mila domande per 43mila addetti), pagamenti che al momento hanno quasi per intero soddisfatto il mese di marzo ma non ancora iniziati per la copertura dell'assegno ordinario relativo al mese di aprile. Anche in questo caso le lungaggini stanno ritardando il trasferimento delle risorse stanziate nel DL rilancio (1,1 miliardi) e mettendo in grande difficoltà le famiglie dei lavoratori del comparto artigiano». 
La realtà più difficile però , sottolineano i sindacati marchigiani «è vissuta dai lavoratori e dalle lavoratrici che sono in attesa del pagamento del Fis (Fondo d'Integrazione Salariale) per i mesi di marzo ed aprile: sono oltre 50mila nella nostra regione». «Tale condizione, dovuta a un blocco delle risorse nazionali nel trasferimento all'Inps regionale è ulteriormente aggravata dal fatto che i settori più interessati al pagamento di questo ammortizzatore sono quelli che spesso impiegano lavoratori part-time, con retribuzioni basse e privi delle tutele economiche e
normative necessarie, quindi già più vulnerabili». Cgil Cisl e Uil sono impegnate a livello
nazionale affinché siano accelerati i tempi di pagamento e se le richieste non dovessero essere accolte dal Governo e dall'Inps nazionale e la situazione non dovesse risolversi, si dovranno considerare forme di mobilitazione - come affermano Giuseppe Santarelli, Cristiana Ilari e Graziano Fioretti, per Cgil Cisl Uil delle Marche - . Siamo consapevoli delle difficoltà strutturali ma la situazione di molti lavoratori e lavoratrici è davvero drammatica, considerando poi che siamo ormai alla fine di maggio e molti di loro sono ancora interessati dall'utilizzo di ammortizzatori che nel frattempo sono stati prolungati, fino al 31 agosto di ulteriori 5 settimane che si andranno a sommare alle già concesse 9 settimane».

© RIPRODUZIONE RISERVATA