Allarme Coronavirus: 4 i morti. Le Marche costrette a richiudere tutto, dalle scuole alle manifestazioni

Allarme Coronavirus: aumentano i contagi, le Marche costrette a richiudere tutto
Allarme Coronavirus: aumentano i contagi, le Marche costrette a richiudere tutto
di Andrea Taffi
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Mercoledì 4 Marzo 2020, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 07:32

ANCONA  - Tutto chiuso nelle Marche, non solo a Pesaro: le Marche tornano in modalità full off per Coronavirus fino a domenica prossima compresa. L’ordinanza del governatore Ceriscioli rilasciata alle 18.29 riannoda il filo con quella che aveva congelato le attività in tutti i Comuni della regione la scorsa settimana con la differenza, di non poco conto, del silenzio-assenso del governo. E dello sgradito status ormai di zona gialla che l’intera regione acquisisce stabilmente alla luce del quinto posto nella classifica nazionale dei territori più interessati dalla diffusione del Covid-19.  

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Intanto crescono a quattro i morti (l'ultimo decesso in un ospedale di Ancona) e i positivi al coronavirus ieri sera erano saliti a 83 dai 38 di lunedì, un balzo preoccupante. Sono oltre 400 le persone in isolamento domiciliare.

Il quinto stravolgimento in dieci giorni per la vita di istituzioni, imprese e famiglie avviene nell’arco delle due telefonate intercorse ieri tra il governatore delle Marche e il ministro della Sanità, Speranza. Sottesa alla ratifica sostanziale c’è quella di merito che azzera il polverone politico-amministrativo della scorsa settimana riportando al centro un’esigenza totale di prevenzione sulle cinque province marchigiane a fronte dei contagiri sanitari che frullano a ritmo lineare. Anche al netto della quota di tamponi rimasti in sospeso lunedì, il salto di ieri da 38 a 83  contagiati è un segnale balzato agli occhi al tavolo del Gores Marche, la task force per l’emergenza sanitaria ormai in riunione permanente da dieci giorni a palazzo Raffaello. Poi c’è il raddoppio dei pazienti affidati ai reparti di terapia intensiva di Pesaro e di Ancona per i quali, fortunatamente, già da lunedì sono state previste misure logistiche straordinarie e di riorganizzazione in funzione di un allargamento dei posti letto. 

E mentre si pensa al Murri di Fermo come terzo polo regionale in caso di aumento di contagiati con sintomatologie di una certa gravita ci sono da registrare il secondo decesso avvenuto all’ospedale Marche Nord (Pesaro di gran lunga è la provincia più preoccupante) e il primo caso di contagio nella provincia di Macerata. Non c’è Fermo nella mappa solo per una mera questione di registrazione sanitaria: è la sindaca di Montegranaro, Ediana Mancini, ad annunciare il caso positivo del papà con annesso isolamento a cui lei e la sua famiglia si sono sottoposti. 

Ma appesa alla firma dell’ordinanza c’è tutta la regione che a ora di cena si catapulta su whattsapp per organizzare la giornata che verrà: la prima misura impattante ma necessaria è la sospensione delle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado (salvo le attività formative svolte a distanza e quelle relative alle professioni sanitarie), delle gite e delle manifestazioni pubbliche. Punto interrogativo su Ascoli-Chievo, prevista per questa sera nel turno infrasettimanale del campionato di serie B: si dovrebbe giocare ma a porte chiuse. Stop, nuovamente, all’apertura di musei, luoghi di cultura, biblioteche e cinema. Si attende, alla stregua della scorsa settimana, la sospensione delle celebrazioni eucaristiche e dei riti religiosi di quaresima (Via Crucis in primis). E vengono ribadite tutte le raccomandazioni già estese sette giorni fa: da quelle igienico sanitarie di natura personale fino alle modalità di segnalazione di possibili casi sospetti: contattare telefonicamente i medici di base o la continuità assistenziale se si hanno febbre, tosse o difficoltà respiratorie. La vera sintesi della storia è che domenica scorsa aveva ragione Ceriscioli a tenere tutto chiuso.

Ne avrebbe fatto volentieri a meno: si torna nella bolla, non ci sono alternative.

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