Incubo Coronavirus: sedici casi sospetti, nessun contagio. Negativi gli ultimi 6 tamponi ma tutte le Marche sono con il fiato sospeso

Coronavirus, anche le Marche ancora con il fiato sospeso
Coronavirus, anche le Marche ancora con il fiato sospeso
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Martedì 25 Febbraio 2020, 05:50
ANCONA  - Sedici a zero, tutti negativi. Il bilancio dell’ennesima giornata con il fiato sospeso, con voci di contagi che si rincorrono senza fondamento, aggiorna la contabilità dei pazienti marchigiani sottoposti al test del Coronavirus dal 27 gennaio (giorno di insediamento del Gores) fino a ieri. Erano dieci in tarda mattinata, poi nel pomeriggio si sono aggiunti altri sei casi sospetti, ma anche gli ultimi tamponi analizzati dal Laboratorio degli Ospedale Riuniti di Torrette, centro di riferimento regionale, hanno dato risultati negativi: ancora nessun contagio accertato al Covid-19. Gli ultimi campioni arrivavano da Senigallia, Fano, due da Ancona e due da Macerata. Chi parla di pazienti infetti nelle Marche, diffonde bufale. «Sono circolate con insistenza voci di tamponi con esito positivo - smentiva Ceriscioli in serata sui social -. Voglio rassicurare tutti che i risultati dei test saranno comunicati ogni giorno non appena disponibili. Vi invito a non fidarvi di voci non verificate, che possano ingenerare inutili preoccupazioni».

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In attesa di sbloccare l’ordinanza su scuole e manifestazioni pubbliche, in rampa di lancio, la Regione Marche ha già varato alcuni misure operative. Ad esempio il numero verde 800936677 attivo già da oggi, tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20, con quattro medici che rispondono ai cittadini per chiarire dubbi e dare suggerimenti, anche se chi teme di stare male deve chiamare in prima battuta i medici di famiglia per un triage telefonico e una prima valutazione dei sintomi. «Il numero verde - ha spiegato la dottoressa Lucia Di Furia, dirigente del Servizio Salute della Regione Marche - servirà soprattutto ad allentare la pressione sul centralino del 118, che in questi giorni è tempestato di telefonate per richieste di informazioni sul Coronavirus che distolgono l’attenzione degli operatori dalla gestione delle emergenze». 

E il consiglio più importante, in questa fase di emergenza alle porte, è rivolto a chi teme di aver contratto il virus. «Bisogna frenare l’istinto di recarsi di persona al pronto soccorso o nell’ambulatorio del medico - ha detto Ceriscioli, affiancato in conferenza stampa dagli assessori Angelo Sciapichetti e Fabrizio Cesetti -. Bisogna fare il triage telefonico, poi il medico deciderà se andare a fare il tampone, ma il paziente non si deve spostare, sarà il servizio sanitario ad andare da lui. Si è visto finora, nelle Regioni del Nord, che i principali focolai di diffusione del Coronavirus sono proprio le strutture ospedaliere».

Il messaggio sembra passato, perché mai come in questi giorni i Pronto soccorso sembrano poco frequentati. Dare corrette informazioni, in questa fase, «può aiutare a salvare vite», sottolinea Ceriscioli. Per questo un messaggio audio con la voce del governatore, che riassume un decalogo di buone prassi anti-contagio e di comportamenti da tenere se si temono di infezioni, raggiungerà tutti i marchigiani («anche chi non frequenta i social») via telefono tramite il sistema di allerta della Protezione civile. Già sabato scorso la Regione Marche aveva annunciato di avere pronti, per ogni evenienza, 57 posti letto di malattie infettive per ricoverare pazienti in caso di contagio.

«Al momento non ne servirebbe neanche uno - ha aggiunto ieri Ceriscioli - ma riteniamo che questa dotazione sia proporzionata alla situazione delle Marche anche in ragione di quanto avviene in altre Regioni». Anche i posti nelle Rianimazioni del sistema sanitario regionale, per il governatore, sono più che sufficienti per ricoverare eventuali pazienti acuti. «L’ordinanza che abbiamo predisposto - spiega Ceriscioli, che ha anche la delega alla sanità -, ci consente di aggiornare i dispositivi in base alle necessità». I 57 posti letto di Malattie Infettive potrebbero essere integrati e in caso di contagiati in fase acuta (eventualità puramente teorica su cui tutti fanno scongiuri) si potrebbero sospendere gli interventi programmati per lasciare più posti liberi nelle rianimazioni.
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