Comuni più colpiti dal lockdown Covid? Tre dei primi 5 d'Italia sono nelle Marche/ La lista completa

Comuni più colpiti dal lockdown Covid? Tre dei primi 5 d'Italia sono nelle Marche
Comuni più colpiti dal lockdown Covid? Tre dei primi 5 d'Italia sono nelle Marche
di Massimiliano Viti
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Giovedì 9 Luglio 2020, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 18:39

ANCONA - La fragilità della specializzazione produttiva al tempo di Covid-19. Le Marche hanno capito cosa vuol dire con la pandemia, un disgraziato periodo in cui i suoi comuni si sono trasformarti per diverse settimane da simbolo della laboriosità e del saper fare marchigiano a luoghi in cui tutto (o quasi) si è fermato. Comuni gioiello nella fabbricazione di calzature, pelletterie, fisarmoniche, meccanica, arredamento ed altro sono diventati capoluoghi delle cosiddette attività non essenziali. Attività interrotte sulla base delle disposizioni anti Coronavirus decise dal Governo del premier Conte. 



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Risultato? Nella graduatoria dei primi 100 comuni con almeno 10 mila abitanti in base alla quota di addetti appartenenti a settori “sospesi” per il lockdwon stilata dall’Istat, tra i primi 5 ci sono tre marchigiani. Complessivamente ne troviamo 11 su 100 (di cui 8 tra i primi 55). Viceversa, nella classifica “opposta” stilata dall’Istituto di Statistica Nazionale in base alla quota di addetti appartenenti a settori “attivi” ci sono solo 2 comuni delle Marche e piazzati molto indietro.
 
Dove il lockdown ha lasciato il segno
Entriamo nel dettaglio. Quali sono i comuni in cui il lockdown ha fatto davvero male? Con la chiusura delle attività non essenziali, a Montegranaro, il 79% degli addetti è rimasto forzatamente a casa, senza possibilità di lavorare. Ovvero solo 2 lavoratori su 10 erano al proprio posto di lavoro. Nella classifica, il centro fermano specializzato nella produzione di calzature da uomo viene superato solo da Valenza (Alessandria) con il 79,2%. Al terzo posto, un altro centro del calzaturiero: Sant’Elpidio a Mare (Fermo), con il 77,2%. Al quinto troviamo Castelfidardo (Ancona) con il 75,4%. Alla posizione numero 24 incontriamo Morrovalle (Macerata) con il 70,4%, alla 27 Vallefoglia (Pesaro e Urbino) con 69,9%. Ancora più in giù, Recanati (Macerata), che alla posizione 52 precede Colli al Metauro (Pesaro e Urbino), mentre al 55° posto c’è l’ennesimo comune calzaturiero: Porto Sant’Elpidio (Fermo). In classifica anche Porto Recanati (Macerata - 64° posto), Corridonia (Macerata - 67°) e Mondolfo (Pesaro e Urbino - 91°). Appare scontato come la classifica in senso opposto e cioè formata dai comuni in cui il lockdown ha chiuso poche attività non veda le Marche protagoniste. Troviamo invece la conferma di come il sistema economico regionale, con comuni ad alta specializzazione produttiva, abbia risentito più di altre regioni la chiusura forzata.
Praticamente bloccate
A dimostrarlo anche un’altra tabella Istat nella quale viene evidenziato come su 229 comuni marchigiani, solo 33 (pari al 14,4%) aveva una quota di addetti appartenenti a settori “attivi” superiore alla media italiana. E la percentuale del 14,4% è la più bassa d’Italia ad eccezione del Veneto che ha 14,3%. I due comuni che hanno risentito meno della chiusura forzata? Ancona è alla posizione 55 con il 68,4% e Falconara alla posizione 83 con il 67%.

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