Nuove regole da domani nelle Marche: ginnastica, canto e musica, stop alle attività nelle scuole. Dalle 16 fuori non si mangia

Francesco Acquaroli
Francesco Acquaroli
di Maria Teresa Bianciardi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Novembre 2020, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 11:37

ANCONA - Una stretta che va oltre i divieti dettati dalla zona arancione e va ad incidere sugli assembramenti, quelli che fino ad oggi erano rimasti nel limbo ma anche quelli che si faceva fatica ad interpretare. La giunta regionale ha impiegato un giorno in più rispetto alla tabella di marcia che si era data, ma alla fine ieri sera ha varato l’ordinanza numero 43 dall’inizio dell’emergenza coronavirus


Le modifiche

Spariti dal testo finale alcuni accorgimenti dedicati alla fascia più debole della popolazione forse di non semplice applicazione, ha invece resistito lo stop all’ora di ginnastica - nel caso in cui non si possa mantenere il giusto distanziamento -, alle lezioni di canto e di musica con strumenti a fiato. Alcuni istituti scolastici nei giorni scorsi avevano già annunciato con una circolare la decisione di sorvolare sull’attività fisica, atto formalizzato dalla Regione per tutte le scuole del primo ciclo. «Fondamentale in questo momento spingere con forza sulla prevenzione e sulle regole anti assembramento», ha chiarito il governatore Francesco Acquaroli reduce da un ennesimo confronto Stato-Regioni. «Si è trattato di un incontro interlocutorio», liquida il presidente della Regione confermando che al momento i 21 parametri che attribuiscono alle Regioni la collocazione nella zona gialla, arancione o rossa non cambieranno fino alla scadenza del Dpcm attualmente in vigore. 


I 21 criteri


Il governo dunque ha respinto per il momento il pressing dei governatori che da giorni chiedono di «semplificare» i criteri, con la conseguenza che il monitoraggio delle prossime ore seguirà lo schema utilizzato finora e potrebbe determinare il passaggio alla zona rossa di almeno altre 4 Regioni: Puglia, Basilicata, Sicilia e Abruzzo, che di fatto già lo è per decisione del presidente Marsilio, con Emilia Romagna e Liguria ancora in bilico.

E sul passaggio di Conte all’Anci circa l’ipotesi delle micro aree rosse all’interno dei territori su decisione dei governatori, Acquaroli lascia in sospeso. «Si può fare per proteggere le province che non sono in piena emergenza, ma adesso il punto è stringere per rallentare i contagi. E questo si fa con la prevenzione». 


L’indice atteso


Le Marche attendono con apprensione anche l’Rt settimanale: stavolta Acquaroli non si sbilancia e aspetta l’ufficialità dei dati, memore di quanto accaduto con il passaggio inaspettato dalla zona gialla a quella arancione. Ma è pronto a dire «avevo ragione io» nel caso in cui l’indice di trasmissibilità dovesse essere inferiore a quello che ha condannato le Marche (1,55). Il senso del ragionamento: se gli esperti si affidano a dati settimanali una regione potrebbe saltare da una zona all’altra senza soluzione di continuità. Estremizzazione che dà l’idea di come vivano i governi regionali la pressione dei parametri anti Covid: sarà comunque un tavolo tecnico tra le Regioni, l’Istituto superiore di Sanità e il ministero a valutare eventuali modifiche.


La decisione


Nel frattempo da domani entra in vigore l’ordinanza firmata da Acquaroli: mascherine sempre e ovunque, vietato consumare cibi e bevande fuori dalle 16 in poi e attenti alle feste e alle reunion nelle abitazioni private. Fortemente sconsigliati, non vietati. Ma ci vuole giudizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA