ANCONA - Circondate dalle zone arancioni. Le Marche resistono nell’area gialla, ma le confinanti Umbria, Abruzzo e Toscana scivolano verso il colore più intenso con l’aggravarsi della situazione pandemica. Commentando la notizia circolata ieri durante il consiglio regionale, il governatore Acquaroli ha sottolineato come questa circostanza costituisca un «primo elemento di soddisfazione e di maggiore tranquillità».
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Il presidente lo ha detto con la «consapevolezza che la crisi è talmente ampia dal punto di vista pandemico che non c’è da gioire o ritenersi sicuri.
Sicuramente ci aspettano settimane e mesi duri, ma questo è un primo elemento di soddisfazione e maggiore tranquillità che è supportato da un Rt in discesa».
L’indice di trasmissibilità del virus infatti, nella settimana dal 26 al primo novembre è passato da 1,35 a 1,29 ed il dato è stato trasmesso dal servizio sanitario della Regione alla giunta durante l’incontro di domenica mattina. La conferma della situazione stabile marchigiana si è avuta quando la regione non è comparsa tra quelle che invece si ritrovano nella fascia di emergenza intermedia, dopo la gialla e prima della rossa. Da domani Liguria, Toscana, Abruzzo, Basilicata e Umbria passano alla zona arancione con un giro di vite alle attività concesse secondo l’ultimo Dpcm: i ristoranti e bar restano chiusi per tutta la giornata, mentre i negozi restano aperti. La Dad è prevista solo alle superiori. La circolazione all’interno di un Comune è permessa ma non lo è abbandonare il proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione. È vietato invece entrare o uscire dalla regione. Sempre da domani la Provincia autonoma di Bolzano diventerà zona rossa, insieme a Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta che già lo sono.