Covid, Marche pronte dal 24 a tornare zona rossa. Zaia chiude il Veneto da domani, Acquaroli aspetta che lo decida Conte

Covid, Marche pronte dal 24 a tornare zona rossa. Zaia chiude il Veneto da domani, Acquaroli aspetta che lo decida Conte
di Andrea Taffi
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Venerdì 18 Dicembre 2020, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 19:25

ANCONA - Del doman non c’è (ancora) certezza. Se bastasse una battuta per sdrammatizzare la cappa di dubbi che ogni giorno aumenta sul primo Natale in era-Covid, quella di Lorenzo de’ Medici potrebbe fare al caso tricolore e, nello specifico, marchigiano. Ma c’è poco da dileggiarsi con i versi rinascimentali: a sette giorni esatti dal Natale l’Italia continua a conoscere un cucchiaino alla volta il suo destino per le feste comandate. Quello di oggi porta più fiele che zucchero: la bilancia del braccio di ferro in corso a Palazzo Chigi pende per l’ala rigorista che ormai ha quasi messo il sigillo su un Natale in zona rossa. 


I contorni da definire


Vanno definiti i contorni, ci sono ancora dei dubbi aperti che possono ammorbidire la portata complessiva del provvedimento bis (dopo quelli del 2 e 3 dicembre) ma l’orientamento generale va verso un lockdown generale.

E cioè: negozi chiusi e spostamenti vietati anche tra i comuni per evitare assembramenti e i temutissimi pranzi di Natale dove il Covid potrebbe tornare a dilagare. Non che sia contenutissimo, a oggi: ieri nelle Marche sono stati registrati altri 13 decessi, i tamponi positivi viaggiano al 25% di quelli processati. L’Rt è risalito a 0,9, siamo a un passo dalla soglia limite dell’1. Pessima storia. Le regole del nuovo Dpcm con le misure per contrastare il Covid, che gli italiani stanno aspettando con ansia, verranno decise questa sera dal consiglio dei ministri. Il governo, insomma, si prende ancora un po’ di tempo e questo è quanto. 


Le date sul calendario


Un occhio quindi alle date perché al calendario bisognerà fare molta attenzione: le scelte più importanti restano per ora confermate: dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio l’Italia intera vivrà con le restrizioni da zona rossa: bar, ristoranti e negozi sempre chiusi (tranne farmacie, edicole, tabaccai) e spostamenti bloccati anche nel comune, salvi urgenze, necessità e salute. Come sempre con autocertificazione alla mano. Il 28, 29 e 30 dicembre i cittadini potranno uscire liberamente ma con le regole delle zone gialle (per le Marche ovviamente), a partire dal coprifuoco che scatta alle 22 e finisce alle 5. 


I divieti imposti


I divieti imposti dal decreto legge 158 del 3 dicembre saranno confermati e quindi dal 21 dicembre al 6 gennaio non si potrà uscire dalla propria regione (o dal proprio comune nei giorni rossi). Questa sarebbe la mediazione. In ballo c’è anche una maxi zona rossa dal 21 al 6 gennaio che però sembra destinata a rimanere in stand by. Stamattina, peraltro, ci sarà un’altra conferenza Stato-Regioni.


Marche, niente fughe in avanti


Le Marche in tutto questo assistono senza battere ciglio. Non ci saranno fughe in avanti come quella del Veneto che però parte da una posizione più delicata. Il governatore Zaia difronte al dilemma del prossimo weekend (di assembramenti per lo shopping) ha tagliato la testa al toro annunciando la chiusura dei confini comunali dopo le 14 di domani fino al 6 gennaio. A Palazzo Raffaello è stata una giornata ragionevolmente interlocutoria: Acquaroli ha aperto la mattina facendo un passo indietro con la Tgr Marche («mi è dispiaciuto quanto accaduto») per il caso del malinteso sulla richiesta di zona rossa. Ribadendo che non ha mai chiesto il lockdown. Poi ha osservato dall’esterno l’evolversi della giornata «ma senza aggiornamenti» ha riassunto a ora di cena. La conferenza stampa insieme a Saltamartini ha presentato le linee guida dello screening di massa che da oggi al 23 concentrerà nei cinque capoluoghi di provincia (più Urbino) migliaia di test antigenici utili a mappare la situazione epidemiologica del virus. Restano dei dubbi ancora sul tavolo e su quelli punta il governatore Acquaroli per ammorbidire il Natale: il primo è quello sulle deroghe per gli spostamenti tra i piccoli Comuni; il secondo è legato alla non estensione della zona rossa fino al 6, il terzo è quello sulle visite ai familiari; il quarto è la possibilità di avere al tavolo di Natale «due congiunti non familiari». Vediamo al fixing delle 20 cosa uscirà dalla ruota di palazzo Chigi.

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