Siamo tutti nella zona rossa: scuole chiuse fino al 3 aprile. Restrizioni e divieti, ecco cosa cambia

Il Governo allarga all’intera nazione le restrizioni più severe per limitare la diffusione del contagio
Il Governo allarga all’intera nazione le restrizioni più severe per limitare la diffusione del contagio
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 10 Marzo 2020, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 20:06
ANCONA -  «Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia». L’annuncio del premier Giuseppe Conte, in diretta televisiva dalle ore 21,30, cancella ogni distinguo territoriale sul fronte dell’emergenza Coronavirus e blinda il territorio nazionale fino al 3 aprile prossimo. Tutta l’Italia diventa zona protetta per arginare l’epidemia del virus che ha contagiato quasi 8.000 italiani e continua a mietere vittime (solo ieri altre 5 nelle Marche, 463 in tutt’Italia dall’inizio dell’emergenza), tutte le regioni sono sottoposte alle stesse misure di restrizione, straordinarie, ma viste dai tempi dell’ultima guerra.

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Non ci sono più differenze tra zona rossa, arancione e gialla, non ci sono più le zone 1 e 2 indicate nei precedenti decreti. Già da questa mattina, quando entrerà in vigore il nuovo decreto legge contro il contagio da Covid-19, ribattezzato dal presidente del Consiglio #iorestoacasa, gli spostamenti in tutta Italia saranno possibili solo per motivi di lavoro, necessità (come ad esempio doversi rifornire di generi di prima necessità) o salute. Le necessità potranno essere autocertificate, sottoscrivendo un modulo, ma chi si finge malato e non ha un certificato medico che lo attesti, chi non riesce a dimostrare esigenze di lavoro o altre comprovate necessità, rischia le sanzioni previste dall’articolo 650 del codice penale: arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro. 

 


Ci sarà un divieto generalizzato di «assembramenti», le manifestazioni sportive di ogni genere saranno interrotte e lo stop a scuole e università sarà in vigore fino al 3 aprile prossimo, che però è un venerdì. Se va bene si tornerà dunque a scuola lunedì 6 aprile, ma siccome dopo tre giorni inizierebbero le vacanze di Pasqua, probabile che - se l’allarme Coronavirus non sarà ancora cessato - le lezioni riprenderanno il 15 aprile. Non solo nella provincia di Pesaro Urbino, già inserita tra le zone arancioni a contenimento rafforzato e dunque con le lezioni già sospese per un mese, ma anche nel resto delle Marche e in tutta Italia, dove nelle cosiddette zone gialle fino a ieri sera lo stop imposto dal Governo alle attività educative e scolastiche arrivava fino al 15 marzo, domenica prossima. Per il resto entreranno in vigore le restrizioni che nel precedente decreto, firmato nella notte fra sabato e domenica, nelle Marche valevano solo per provincia di Pesaro Urbino. Bar e ristoranti potranno restare aperti soltanto dalle 6 alle 18, i centri commerciali medi e grandi, nonché i negozi al loro interno (tranne quelli di generi alimentari), saranno chiusi nelle giornate festive e prefestive, mentre nei feriali i gestori dovranno far rispettare il metro di distanza tra persone altrimenti rischiano la sospensione della licenza. La distanza minima dovrà essere rispettata anche negli uffici pubblici che resteranno aperti, come le banche, le Poste, le agenzie commerciali, assicurative e dei servizi. 


Resteranno aperte farmacie e parafarmacie e negozi di generi alimentari, sempre con la distanza di un metro da rispettare. Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere e termali, mentre già con il decreto di domenica erano sospese ovunque fino al 3 aprile le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali simili. «Per i trasporti non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici - spiegava ieri il premier Conte - , per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare». 

Era difficile immaginare che a sud del fiume Cesano (confine tra le province di Ancona e Pesaro) fosse sufficiente un’altra settimana di chiusura delle scuole e altre misure di contenimento più blande. Perché l’epidemia continua a diffondersi, con i bollettini del Gores che aggiornano la contabilità degli infetti. Nel giorno in cui la curva di crescita del contagio sembrava rallentare nelle Marche, offrendo alle statistiche un aumento del 18,75% dopo due giornate di incrementi oltre il 30, si registrano purtroppo altri 5 morti, il picco dei decessi nelle due settimane dell’emergenza Coronavirus nelle Marche, facendo salire a 12 il bilancio delle vittime. 

Le ultime 5 persone morte, tutti anziani ricoverati a Marche Nord, sono tre uomini di 87 anni e due donne, di 73 e 80 anni. I contagiati nelle Marche, secondo il bilancio aggiornato dalla Regione alle 8 di ieri mattina, sono saliti a 323, 51 in più del giorno prima, su un totale di 225 di campioni processati. In tre giorni i casi positivi nelle Marche sono raddoppiati, passando dai 159 di venerdì ai 323 di ieri. I ricoverati sono saliti a 183, tra terapie intensive (47) e altri reparti (136).
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