ANCONA - Le Marche partono prima, con Toscana capofila, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Veneto. Poi si passerà dalla sperimentazione all’applicazione pratica per fermare i focolai Covid che si possono alimentare all’interno delle aule scolastiche, soprattutto alle medie e alle superiori: il pool testing, che coinvolge appunto 5 regioni, si basa sull’utilizzo di procedure di screening a campione in ragazzi asintomatici e potrebbe essere particolarmente utile quando occorre stanare il virus in un ampi numero di persone.
La procedura
Nella delibera della Regione che dà il via libera alla sperimentazione nelle Marche, è spiegata la procedura che verrà applicata e che si basa sul principio dei test aggregati. «Più campioni di più persone vengono miscelati insieme in modo da essere analizzati una sola volta - si legge nel documento -. Se il campione risulta negativo è possibile escludere tutta la popolazione sottoposta al test grazie a quell’unica analisi, mentre se il campione è positivo si procede ad approfondire la ricerca del soggetto positivo dividendo la popolazione in sottogruppi. Si tratta di una strategia che, se validata nell’ambito del Progetto, in futuro potrebbe essere utilizzata in ambito scolastico».
Il metodo
I vantaggi di questa strategia di testing che si sviluppa sostanzialmente in due fasi, comporta per esempio il risparmio di reagenti e di risorse - nel caso in cui il campione analizzato fosse negativo al Covid - ma anche la riduzione del tempo richiesto per testare un elevato numero di campioni e la riduzione del costo complessivo del test.