Tutti a casa fino a Pasquetta. Ceriscioli protesta per le passeggiate genitori-figli: «Scelta imprudente»

Coronavirus, prosegue l'emergenza
Coronavirus, prosegue l'emergenza
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Giovedì 2 Aprile 2020, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 11:22

ANCONA  - L’epidemia continua ad appiattire la sua curva di crescita anche nelle Marche, ma non è il caso di distrarsi, perché di Coronavirus si muore ancora troppo (ieri altre 26 vittime, per un totale di 503) e gli ospedali non smettono di ingolfarsi di pazienti contagiati, arrivati ormai a 1.152, 37 in più del giorno prima, sovraccaricando soprattutto le rianimazioni, con 168 ricoveri in terapia intensiva. Se ormai il culmine della curva dei contagi è dietro l’angolo, probabilmente visibile già la prossima settimana, la pressione sul sistema sanitario marchigiano non si allenta e servono altri sacrifici per impedire che il virus continui a diffondersi.

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Tanto di allentare il regime di clausura stretta in vigore ormai dall’8 marzo non se ne parlerà almeno fino a Pasquetta in tutta Italia, come annunciato ieri dal Governo. A partire dal ministro della Salute Speranza che in mattinata aveva comunicato la proroga delle attuali misure di distanziamento sociale (scuole chiuse, si esce solo per lavorare o per stretta necessità, aziende ferme tranne quelle strategiche o in smart working) fino al 13 aprile prossimo. «La ripresa sarà graduale e prudente», ha ammesso il ministro pur riconoscendo che i dati sull’epidemia migliorano grazie alla prova di maturità dei cittadini che stanno alle regole. In serata, con l’abituale comunicazione in tv e via social da Palazzo Chigi, arriva la conferma del premier Giuseppe Conte, che in diretta, dopo aver firmato un decreto che proroga in blocchi in scadenza fino al 13 aprile, chiede sacrifici anche durante le festività pasquali, nonostante il virus sia in frenata anche a livello nazionale.


«Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure». Per ora fino al lunedì di Pasquetta, poi c’è da sperare che l’epidemia continui ad essere arginata. «Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure - ha ammesso onestamente il premier -. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale, che sarà di convivenza con il virus, per poi passare alla fase 3 di uscita dall’emergenza, della ricostruzione, del rilancio». Che non sia il caso di attenuare le misure anti-contagio proprio ora che se vedono i risultati lo sottolinea anche il presidente della Regione Marche Ceriscioli a proposito della circolare del Ministero dell’Interno diramata mercoledì ai prefetti, che autorizza le passeggiate genitore-figlio minore nei pressi della propria abitazione.


«No alle passeggiate - è la sua posizione -. Non possiamo permetterci di allentare i provvedimenti presi perché sarebbe sbagliato: passerebbe il messaggio che si può abbassare la guardia e invece non è ancora il momento di farlo». Si tratta di una decisione, aggiunge, «assunta dal governo senza essere stato condiviso con i presidenti». La richiesta al Governo «è di sospendere la circolare e di tornare velocemente a un tavolo di condivisione, facendo esattamente quello che il Governo aveva chiesto alle Regioni all’inizio dell’emergenza». E in serata, quando il premier Conte comunica il prolungamento del lockdown, indirettamente risponde a Ceriscioli e ad altri governatori che s’erano inalberati: «Non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio con i bambini. Abbiamo solo detto che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire anche l’accompagno di un bambino». Nel nuovo Dpcm si vietano addirittura gli allenamenti anche degli atleti professionisti «onde evitare che delle società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva - ha spiegato Conte - ma non significa che gli atleti non potranno più allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva ma individuale». 

Serve ancora molto rigore, anche se nelle Marche il Covid-19 da settimane non è più quel cavallo che corre a briglia sciolta come nei primi dieci giorni dell’emergenza. La percentuale di incremento giornaliero (il rapporto tra nuovi casi e il totale del giorno prima) si riduce via via. Ieri è scesa al 3,5% dopo il conteggio dei test positivi emersi alla fine delle analisi di laboratorio eseguite mercoledì fino a tarda sera. Sono altri 137, su un campione di 572 tamponi, meno pesante del giorno prima, che portano il totale ormai a un passo dai quattromila casi di positività al Covid-19. I contagiati nelle Marche, aggiornati a mezzogiorno di ieri, sono 3.962 su 12.296 test effettuati dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

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