Piano ospedali da campo, ne arriva un altro a Jesi. Ceriscioli: «Temo l’onda del contagio»

Piano ospedali da campo, ne arriva un altro a Jesi. Ceriscioli: «Temo l’onda»
Piano ospedali da campo, ne arriva un altro a Jesi. Ceriscioli: «Temo l’onda»
di Andrea Taffi
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Martedì 31 Marzo 2020, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 10:10

ANCONA  - C’è un ospedale temporaneo in via di progettazione a Civitanova che dovrebbe ospitare, apertura prevista subito dopo Pasqua, circa 100 posti letto di terapia intensiva. Poi si è ventilato l’allestimento a Torrette di un ospedale da campo con un medical team da Shangai che potrebbe ospitare 10 posti di terapia intensiva e altri 40 di sub intensiva. La scorsa settimana si è cercato uno spazio per creare una struttura da campo anche nell’Ascolana per un totale di circa 80 posti letto.

Infine è di ieri la notizia che il governatore della Regione Ceriscioli abbia interpellato la Protezione civile nazionale per avere la disponibilità di un ospedale militare da campo per rafforzare la risposta della regione all’emergenza coronavirus. La risposta non si è fatta attendere: nel giro di 72 ore un ospedale da campo della Marina militare arriverà nelle Marche con 40 posti letto di degenza gestiti direttamente dal personale della Marina oltre a quattro letti di terapia intensiva. I posti letto di terapia intensiva verranno gestiti da un pool di medici e rianimatori che il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha garantito alla Regione Marche a partire da sabato prossimo. 

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La struttura sarà posizionata a supporto dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi. «La localizzazione precisa dipenderà dalla planimetria che sarà comunicata a breve» precisa la regione Marche. Borrelli ha anche garantito a Ceriscioli «che si sta ancora lavorando per lo sblocco dell’ospedale da campo cinese destinato alle Marche e non ancora arrivato per problemi di autorizzazioni in Cina». Fin qui siamo alla fredda cronaca. Ma l’analisi della sequenza della logistica sanitaria di emergenza fa nascere anche qualche considerazione più generale che si rispecchia nei dubbi che qualcuno ha riversato sul web: ovvero che queste strutture provvisorie possano non essere strettamente necessarie alla luce del rallentamento dei contagi nella regione. 

In particolare, la corsa agli ospedali da campo fa pensare a scenari peggiorativi rispetto a quelli che le previsioni hanno prospettato. Governatore Ceriscioli dove sta la verità? «Non c’è una verità purtroppo. Il principio che abbiamo seguito è lo stesso dall’inizio dell’emergenza Coronavirus nelle Marche-spiega il presidente-dobbiamo farci trovare preparati. Ancona sta volando con i contagi, al sud non sappiamo che piega potrà prendere la situazione. Capisco tutti e mi rendo conto delle preoccupazioni ma se per caso non mi facessi trovare pronto in anticipo chiedere aiuto all’ultimo momento potrebbe essere rischioso alla prossima ondata di pazienti che hanno bisogno di spazi per degenti o di lette in più di terapia intensiva. Siccome di ondate di gente che ha bisogno della rianimazione ne abbiamo viste più di una e di previsioni errate per difetto anche, c’è la necessità di procedere in questo modo». In realtà il tema sulla previsione a spanne in relazione all’avanzata del Coronavirus è più che mai aperto se è vero che dopo una serie di sondaggi in provincia di Ascoli ora la situazione è in stand by e, fonti regionali riferiscono, si andrà avanti solo in caso di necessità.

Allo stato attuale sono tre i siti indiziati per una struttura che dovrebbe ospitare circa 80 posti letto: il primo è a Grottammare in un terreno dove la fondazione Carisap avrebbe voluto avviare il progetto Anima per un sito espositivo, il secondo è nel cerchio del porto di San Benedetto, il terzo è nel comune di Centobuchi, la prima periferia della città rivierasca.

L’altro tema su cui si naviga a vista è quello del sostegno a medici e infermieri chiesto da Ceriscioli a Roma. Ieri mattina il consigliere regionale di Articolo Uno Busilacchi si è fatto tramite della Regione per sollecitare il ministro della Salute Speranza sul punto. «Il personale neo assunto tramite bando straordinario - riferisce Busilacchi - è stato in gran parte indirizzato a Lombardia e Emilia Romagna; ho dunque fatto presente la situazione non meno critica della nostra Regione. Il ministro ha convenuto e mi ha garantito che nel prossimo invio si presterà particolare attenzione alle Marche». 

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