Acquaroli blinda le Marche per evitare la zona rossa: niente feste casalinghe e pressing sulle scuole. Ecco cosa cambia

Acquaroli blinda le Marche per evitare la zona rossa: niente feste casalinghe e pressing sulle scuole. Ecco cosa cambia
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 18 Novembre 2020, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 08:12

ANCONA Un’ordinanza anti-assembramento per blindare le Marche, scivolate nella zona arancione. Onde evitare che la sfumatura dell’area di rischio si tinga di rosso, il governatore Francesco Acquaroli ha optato per una stretta “soft” che introduce nuove misure restrittive. Ieri c’è stato un lungo confronto con associazioni e sindacati e oggi dovrebbe arrivare la firma del documento che, al netto di modifiche last minute, entrerebbe in vigore alle 00,00 di stanotte, fino a tutto il 3 dicembre, salvo eventuali nuovi provvedimenti statali. 

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Gli articoli 
Nella bozza del documento, definita in sette articoli, si ribadisce l’obbligo di rispettare rigorosamente il divieto di assembramento «in luoghi pubblici o aperti al pubblico, all’interno e nelle adiacenze di qualsiasi tipologia di attività e nelle aree pubbliche e private ad uso pubblico». Nelle abitazioni private, invece, viene «fortemente raccomandato» di non ricevere persone diverse dai conviventi - salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza - nonché di evitare feste private di ogni genere. L’uso della mascherina fuori casa resta obbligatorio e, nel caso di momentaneo abbassamento per mangiare, bere o fumare, dovrà in ogni caso essere assicurata una distanza minima di un metro. L’attività sportiva e motoria all’aperto restano consentite, preferibilmente in parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, purché comunque nel rispetto della distanza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività. L’attività sportiva andrà in ogni caso praticata al di fuori delle strade e delle piazze del centro storico della città, nonché delle aree solitamente affollate. 


Niente giochi 
Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado potrebbero essere sospese educazione fisica al chiuso, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato, attività considerate ad alto rischio.

Sospese anche tutte le attività realizzate in presenza in spazi aperti o luoghi chiusi da associazioni e circoli ricreativi e culturali, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età. Sono poi vietati i giochi da tavolo, delle carte, biliardo, bocce, effettuati nei centri e circoli sportivi. Per quanto riguarda l’accesso agli esercizi di vendita di generi alimentari, è consentito a una persona per nucleo familiare (salvo la necessità di accompagnare persone non autosufficienti o con difficoltà motorie, o minori sotto i 14 anni) e i clienti dovranno restare il tempo minimo necessario per l’acquisto delle merci. È inoltre «fortemente raccomandato» agli esercenti di riservare l’accesso alle grandi e medie strutture di vendita, anche sotto forma di centri commerciali, «ai soggetti con almeno 65 anni nelle prime due ore di apertura dell’esercizio stesso». Il mercato all’aperto è vietato solo nel caso in cui il Comune non applichi le disposizioni previste dal protocollo di sicurezza regionale. 


I parametri
I distributori automatici h 24 restano aperti a condizione che si osservi il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale, l’uso della mascherina e che l’impresa provveda all’igienizzazione giornaliera e alla sanificazione degli ambienti con cadenza almeno settimanale. Per ora una bozza, appunto, su cui dovrebbe essere apposto il sigillo oggi. Intanto, nella Conferenza delle Regioni di ieri mattina, c’è stato consenso unanime alla proposta del presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga per rivedere i 21 parametri che definiscono le misure restrittive utili al contenimento del Covid». Il governatore Acquaroli ha avanzato due istanze: uniformità nell’accreditamento dei dati presso ministero e Istituto superiore di sanità, che deve rendere i provvedimenti uguali in tutta Italia; e lettura dei dati come elemento per valutare la tendenza e non fotografare il momento stesso. «Quando il periodo che si considera è troppo stretto basta un solo elemento per indicare una tendenza che magari non è quella reale», le parole di Acquaroli, che ha aggiunto: «chiederemo di aiutarci a instaurare un confronto con l’Iss e con il ministero della Salute affinché le scelte e le ordinanze, tutte le decisioni calate sul territorio, siano oggetto di una concertazione e rappresentino la migliore soluzione possibile al momento».

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