Via libera alle celebrazioni con gli sposi a volto scoperto ma resta il nodo delle cerimonie. Il settore ha subito un crollo economico

Via libera alle celebrazioni con gli sposi a volto scoperto ma resta il nodo delle cerimonie. Il settore ha subito un crollo economico
Via libera alle celebrazioni con gli sposi a volto scoperto ma resta il nodo delle cerimonie. Il settore ha subito un crollo economico
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 28 Giugno 2020, 05:50

Quindici giorni dopo la ripartenza con le cerimonie, per le coppie marchigiane decise a sposarsi nonostante il Coronavirus è arrivata anche la liberatoria più attesa. Davanti all’altare o di fronte all’officiante in caso di rito civile, le mascherine non sono più obbligatorie per le coppie, in quanto considerate a tutti gli effetti facenti parte della ristretta cerchia di congiunti. Tolta la protezione dal viso, può scattare anche il primo bacio da marito e moglie con tanto di applauso degli invitati. Anche i matrimoni dunque possono ricominciare seguendo una parvenza di simil normalità, boccata d’ossigeno per un comparto che da marzo è finito nel limbo del lockdown a causa della pandemia, con una perdita di guadagni che a livello nazionale è stata stimata in decine di miliardi di euro. 


 
Per questo Federmep (Federmatrimoni ed eventi privati) ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di calamità naturale - normalmente riservato al settore agricolo - e di accedere a fondi straordinari ed interventi economici di medio-lungo termine. «Gli effetti di questa emergenza - ha spiegato Serena Ranieri - non saranno limitati al breve periodo, ma si protrarranno almeno fino a tutta la primavera 2021». A livello nazionale dunque si chiede un tavolo di lavoro per poter discutere provvedimenti urgenti e specifici: a partire dalle tempistiche di ripartenza e dei protocolli sanitari per la realizzazione degli eventi fino agli sgravi fiscali e il sostegno economico e a fondo perduto, senza dimenticare le attività di rilancio del mercato soprattutto verso l’estero, che rappresenta una quota importante del nostro mercato ed una importantissima fonte di turismo income per il paese. 

Mentre a livello regionale il gruppo Wedding Marche, promosso da Raffaella Biccirè e Riccardo Castellani hanno già effettuato un primo confronto con l’assessore Moreno Pieroni e si rivedrano in videoconferenza mercoledì per discutere dell’approvazione «in tempi strettissimi del regolamento wedding adottato dalla regione Puglia redigendo anche una nota per ufficializzare la possibilità di svolgere banchetti nuziali in tutta sicurezza. Questo per rassicurare chi dovrà partecipare alle cerimonie come invitato e chi invece li sta organizzando». E c’è tutto un mondo economico che ruota attorno ad un matrimonio nelle Marche: un sistema perfettamente organizzato che vive in simbiosi e che conta circa 6mila operatori ed almeno 3mila lavoratori. Dalle partecipazioni alle bomboniere, dall’abbigliamento di sposi, testimoni ed invitati, fino alla organizzazione della festa che comprende location, intrattenimento, catering, affitto di auto e di tensostrutture per concludere in bellezza con il viaggio di nozze.
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Un momento bellissimo per le coppie ma altrettanto impegnativo che però può contare sul sostegno di tantissimi professionisti in grado di risolvere anche le situazioni più difficili: tutte, tranne l’effetto Coronavirus, purtroppo. «E dire che questo 2020 si annunciava come uno degli anni migliori per il settore - spiegano gli operatori marchigiani che da settimane fanno pressing sulla Regione -: perduti questi mesi dobbiamo cercare di ripartire in fretta e il prima possibile, con protocolli chiari che tengano conto dell’attuale situazione epidemiologica e garantiscano ai clienti una festa senza eccessive limitazioni». Negli ultimi anni i matrimoni nelle Marche si sono andati stabilizzando: nel 2018 sono stati celebrati 4.293 riti, quindi 2,8 celebrazioni per ogni mille abitanti e quasi il 50% si è svolto in chiesa. Nel 2019 lo scostamento è minimo, tanto che Macerata e Ascoli sono le province dove le coppie decidono di convolare a nozze senza tanti ripensamenti.

E invece in tra il lockdown e la fase di assestamento, a livello nazionale sono quasi 60mila i matrimoni rinviati all’autunno o addirittura al prossimo anno: in regione si rasenta l’80% delle cerimonie annullate per colpa dell’emergenza coronavirus. I dubbi e le perplessità dei futuri sposi sono tutti nel forum marchigiano dedicato proprio al giorno più bello per le coppie innamorate: una piattaforma dove ci si confronta apertamente sull’opportunità o meno di convolare a giuste nozze in questo periodo e sono tanti quelli che hanno deciso di spostare la data a settembre o addirittura all’anno prossimo, mentre qualche coppia ha mantenuto giorno e location con festa in pieno agosto. 

A rischio soprattutto le cerimonie con molti invitati provenienti magari da diverse regioni d’Italia, mentre non saltano quelle con pochi ospiti e che di solito rappresentano la cerchia ristretta di amici e parenti.

Uno spaccato di vita che è stato completamente stravolto dalla pandemia e che a fatica sta cercando di rientrare in carreggiata. Qualche certezza in più dovrebbe arrivare già da mercoledì, quando l’assessore Pieroni chiarirà le intenzioni della Regione sull’opportunità o meno di allargare le maglie e modificare le regole.

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