La ministra chiama Ceriscioli per la nuova app Immuni: «Marche tra le regioni pilota»

La ministra chiama Ceriscioli per la nuova app Immuni: «Marche tra le regioni pilota»
​La ministra chiama Ceriscioli per la nuova app Immuni: «Marche tra le regioni pilota»
di Martina Marinangeli
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Domenica 31 Maggio 2020, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 10:10
ANCONA - Marche apripista per l’app Immuni. La ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, ha chiamato ieri il governatore Luca Ceriscioli per informarlo che la nostra regione farà parte del gruppo delle sei in cui verrà avviata la sperimentazione dello strumento, ideato per il tracciamento dei contatti e, dunque, degli eventuali contagi da Covid-19. È prevista per oggi una call con la titolare del dicastero per definire tutti i dettagli e già dalla prossima settimana si potrebbe partire. 

I dettagli
In un primo momento, il governo aveva pensato di coinvolgere nella sperimentazione solo tre regioni – Liguria per il nord, Abruzzo per il centro e Puglia per il sud –, ma negli ultimi giorni si è optato per un ampliamento della platea, coinvolgendo anche le Marche. Una volta terminata questa fase di “trial”, già da metà giugno l’applicazione potrebbe essere rilasciata su tutto il territorio nazionale. La decisione di scaricarla o meno è su base volontaria, ma la sua efficacia è legata al numero di persone che la utilizzano. Creata da Bending Spoons, software house milanese, Immuni permette di ricostruire i contatti tra le persone, anche nel caso di incontri casuali, nel recente passato e se qualcuno risultasse positivo al Covid, permetterà di intervenire subito, in modo da contenere la diffusione. 

L’utilizzo
Le autorità sanitarie, infatti, potranno usarla per inviare un alert a chiunque abbia incontrato quella persona abbastanza a lungo e abbastanza vicino da essere in pericolo. Ma come funzione lo strumento che, appena nominato, ha suscitato aspre critiche, venendo paragonato ad una sorta di Grande Fratello? Al primo accesso, l’app chiederà all’utente di specificare la provincia in cui si trova ed il consenso per il trattamento dei dati sensibili. Nessun dato sarà condiviso con terze parti, se non in forma aggregata, anonima e per scopi di ricerca. Il sistema, basato sul bluetooth, fa sì che se due dispositivi si incontrano a distanza ravvicinata, si scambiano in forma anonima (cioè non sarà possibile risalire all’identità delle persone) un codice numerico cifrato temporaneo, che verrà archiviato sul dispositivo e conservato fino a 14 giorni per poi essere eliminato. Il dispositivo registrerà gli incontri della durata minima di cinque minuti e fino a un massimo di mezz’ora sui rispettivi smartphone. 

Le notifiche
L’utente entrato in contatto con una persona poi risultata positiva al Covid-19, riceverà una notifica di rischio nonché un grado di allerta secondo i parametri stabiliti dalle autorità sanitarie. Nel caso in cui una persona risulti positiva al test, potrà volontariamente segnalarlo in forma anonima in una sezione apposita, protetta da password. A quel punto, tutti gli altri smartphone entrati in contatto nei giorni passati con chi è risultato infetto riceveranno la notifica. Tutti i passaggi prevedono il consenso dell’utente. La notizia che le Marche sarebbero state pioniere in questa sperimentazione, Ceriscioli l’ha ricevuta ieri, in una giornata che l’ha visto impegnato su più fronti. 

Il retroscena
Al taglio del nastro per la riapertura post sisma di un albergo-ristorante a Castelsantangelo sul Nera, il governatore ha anche commentato i cicalecci sulla sua ipotetica ricandidatura alle Regionali di settembre, con un sibillino «sono a disposizione». Frase subito rimbalzata nelle chat del partito – in particolare dei Dem che stanno remando per il Ceriscioli-bis – ma nel pomeriggio, in un incontro per le candidature a Pesaro, ha ribadito di stringere su Maurizio Mangialardi, nome su cui a fatica si era fatto sintesi all’inizio di marzo.
 
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