Mangialardi: «Ora controlli no stop, rischiamo di mettere i malati nei palasport»

Maurizio Mangialardi
Maurizio Mangialardi
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Domenica 22 Marzo 2020, 07:10

ANCONA - Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia e presidente dell’associazione dei Comuni marchigiani è appena tornato dal secondo giro di ricognizione per verificare di persona il rispetto dei divieti imposti per l’emergenza Coronavirus.

Il report delle prime ore di controlli con il nuovo giro di vite?
«Soddisfacente direi. I senigalliesi hanno capito quanto è alta la posta in gioco e si stanno adattando alla nuova situazione. Tutti i giorni controllo di persona le zone più frequentate dai cittadini e ormai quasi tutti hanno compreso l’importanza di uscire solamente per lo stretto necessario ed avere comportamenti adeguati alla situazione».

C’è voluta un’altra ordinanza della Regione e controlli stringenti per indurre i marchigiani ad evitare di aggirare i divieti.
«E sono convinto che il Governo prenderà presto altre decisioni che andranno restringere ulteriormente il campo di azione. Perchè un virus non è come il terremoto, non si ha subito la percezione di quello che sta accadendo. Anche le terribili immagini delle bare di Bergamo hanno toccato i cuori, ma non le coscienze. Sembrava una realtà tanto distante dalla nostra. Invece...».

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Invece no. Siamo tra le regioni più colpite e siamo nel cuore dell’epidemia che dilaga. L’Anci, assieme alla Regione, ha lanciato un video dal titolo “Il Manuale del guerriero”.
«Ognuno di noi è in prima linea nella lotta contro il Covid-19. Abbiamo lanciato un messaggio chiaro: se siamo bravi guerrieri, se combattiamo insieme contro il Coronavirus, riusciremo ad uscirne presto e bene. Come sindaci stiamo facendo la nostra parte e non ci arrendiamo».

Restate in contatto?
«Ci aggiorniamo in continuazione e come cabina di regia siamo collegati costantemente con la Regione. Ogni decisione è stata presa in maniera concertata, così come adesso è più che mai necessario stringere sui controlli. Siamo nel periodo peggiore».

I numeri infatti sono in crescita continua: siamo ad oltre duemila infetti, 183 vittime, centinaia di operatori sanitari in isolamento. Gli ospedali, dopo il piano di riorganizzazione, già fanno i conti con la carenza di posti letto.
«Sul fronte sanitario siamo nove giorni indietro la Lombardia e in proporzione agli abitanti seguiamo la stessa curva di malati e di decessi. Siamo in piena emergenza e anche le strutture ospedaliere soffrono questo afflusso continuo di pazienti, tanto che alcuni centro No Covid adesso hanno ricoverati positivi».

E molti malati vengono addirittura trasferiti in strutture fuori dalle province di appartenenza.
«Non esistono confini sanitari e vorrei che nessuno cavalcasse una polemica del genere. Stiamo facendo quello che è necessario per assicurare a tutti i marchigiani le cure adeguate: è uno sforzo immane che coinvolge soprattutto gli operatori sanitari. Non c’è tempo di pensare ad altro, anche perché se non facessimo così rischieremmo di dovere allestire gli ospedali nei palazzetti dello sport o nei capannoni».

Si va dunque verso il prolungamento delle misure restrittive per contrastare il contagio.
«Non credo ci siano alternative se vogliamo chiudere prima possibile questa impressionante guerra».

Lei è il candidato governatore per il centrosinistra: le elezioni sono destinate a slittare a un tempo ancora indefinito.
«Non mi sono più interessato alle elezioni da quando è scattata l’emergenza.

Adesso mi interessa la salute dei marchigiani e il futuro dei Comuni. Per il resto ci sarà tempo».

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