Accanto al focolaio senza un contagio: «Venite, studiateci». Ecco la storia di Frontino

Frontino, nessun contagio
Frontino, nessun contagio
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Mercoledì 1 Aprile 2020, 09:25

FRONTINO - C’è un borgo nel Pesarese che il Coronavirus ha lambito ma, fino ad oggi, risparmiato. È il più piccolo paese della provincia marchigiana - dove l’epidemia è esplosa in maniera violenta e irrefrenabile - talmente piccolo da ritrovarsi a condividere persino il cimitero con la dirimpettaia Carpegna. E lì sì che un residente è risultato positivo. Invece Frontino, la minuscola Frontino, continua a resistere. Nel Comune Covid free al ventesimo giorno dalla grande stretta voluta dal Governo, l’incubo si vive a fasi alterne: «Sai che il virus c’è e che sta mietendo vittime nella nostra provincia, ma lo tocchi con mano solo quando ti ritrovi a fare la fila davanti all’unico negozio di alimentari, o in farmacia, o all’ufficio postale - racconta il sindaco Andrea Spagna - ed è in quei momenti che hai l’esatta percezione che qualcosa è cambiato».

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In realtà basta allargare l’orizzonte con vista dal centro del paese per capire che Frontino vive ormai in un tempo sospeso: la zona artigianale ha chiuso i battenti, le attività ricettive si sono fermate, la parrocchia non raduna più. «In questi giorni avremmo dovuto inaugurare due nuove attività - continua Spagna - ma tutto è slittato a data da destinarsi. Aprirà solo il ristorante che ha deciso di portare pranzi e cene a domicilio». Eppure. Le 300 anime che popolano - si fa per dire - quattro frazioni più il centro del paese, non abbassano la guardia. Hanno un’età media decisamente alta («anche se negli ultimi anni abbiamo registrato parecchie nascite») e le persone con patologie croniche non mancano. Nonostante questo il virus gira alla larga.
E non si sa perché. Proprio non si capisce. «Veniteci a studiare. Forse tutto è dovuto al fatto che viviamo praticamente tutto l’inverno in quarantena naturale - racconta il primo cittadino - abbiamo abitazioni distanziate e tra la neve e il maltempo socializzare diventa difficile. Quindi si resta a casa».

 

D’estate è diverso, perché Frontino è uno dei borghi più visitati del Montefeltro, nel cuore del Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello, con scorci panoramici mozzafiato che si estendono fino al San Vicino. «I turisti non mancano mai se il tempo lo consente». Andrea Spagna ha voluto fare la prova del nove direttamente con l’ufficio turistico del paese: «Conserviamo un diario dove i visitatori lasciano un pensiero: l’ultimo saluto è datato 3 marzo». Non si muove foglia da ormai un mese e il cuore del borgo batte a rallentatore. «Rispettiamo le misure di sicurezza e manteniamo ancora più le distanze. L’ho detto ai miei concittadini che siamo in qualche modo fortunati. Mi è capitato di andare a Pesaro per ritirare un farmaco per un residente impossibilitato a muoversi e sono rimasto scioccato. Il dramma di questo maledetto virus lo tocchi con mano. Sconvolgente prima, straziante poi». Fortunati, ma anche accorti.

Comune, Pro loco e la cooperativa Sora madre terra hanno unito le forze per comprare le mascherine: «Nei prossimi giorni le distribuiremo una per una. Abbiamo anche rinforzato il servizio della spesa a domicilio e della consegna dei farmaci». Accorti ma anche preoccupati. Da quando è iniziata l’epidemia fa paura solo il pensiero di dover essere costretti ad andare all’ospedale di Urbino.

La struttura, che nel piano sanitario regionale era stata considerata no-Covid, in realtà si trova ad accogliere anche pazienti positivi. «E pensare che da tre anni è pronta quella privata di Sassocorvaro - annota Spagna - ma la Regione non è ancora riuscita a farla partire. Poteva essere il nostro fiore all’occhiello operativo senza essere costretti ad andare ad Urbino o in Romagna, dove il contagio è continuo». Ma Frontino resiste. Il motto vecchio e attuale: tempra forte e pedalare.

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