Emergenza Coronavirus, Marche allo stremo: la Regione chiama Bertolaso per un maxi-ospedale in porto

Guido Bertolaso
Guido Bertolaso
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 23 Marzo 2020, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 10:23

ANCONA - Con quasi mille pazienti infettati dal Covid-19 ricoverati negli ospedali marchigiani, non resta che affidarsi all’uomo della Provvidenza, o comunque a qualcuno abituato a gestire emergenze catastrofiche. Nella giornata in cui si contano altri 19 morti, con il totale delle vittime salite a 202, il governatore Luca Ceriscioli chiama l’ex capo della Protezione Civile nazionale Guido Bertolaso per gestire la fase decisiva della lotta al virus che fino a ieri, con gli ultimi 268 campioni positivi usciti dai laboratori di Virologia, ha contagiato ben 2.241 pazienti marchigiani, e ormai sta dilagando anche in provincia di Ancona, con 676 casi accertati. Il compito principale dell’uomo della Provvidenza, un medico e funzionario della Protezione civile che ha affrontato epidemie di colera in Africa prima di gestire emergenze nazionali come il terremoto dell’Aquila, sarà quello di impostare il lavoro per realizzare anche nelle Marche, come sta facendo alla Fiera di Milano, una grande struttura dedicata alla terapia intensiva. Dove? «Pensiamo - spiega Ceriscioli - di collocare questo spazio al centro della regione e cioè nel capoluogo».

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L’area individuata per la nuova struttura è un capannone del porto di Ancona riconducibile all’armatore Alberto Rossi. Sarà attrezzata fino a un massimo di 150 posti. Se ne parlerà già stamani, visto che alle 9 e 30 Bertolaso atterrerà all’aeroporto di Falconara, uno tra gli scali rimasti aperti per l’emergenza, insieme con Patrizia Arnosti figura tecnica specializzata nella progettazione di strutture sanitarie, molto legata alle Marche. Avrà un primo incontro con Ceriscioli e l’unità di crisi del Gores, poi nel pomeriggio tornerà a Milano. Serve un colpo d’ala, perché gli ospedali marchigiani ormai sono vicini al collasso e dopo Marche Nord a Pesaro, che da giorni smista i malati da ricoverare verso sud, anche il polo regionale di Torrette, “stirato” a 180 posti dedicati agli infetti con ben otto aree Covid, sta arrivando a saturazione, con 162 letti già occupati già al mattino, numero salito poi in serata. 

In tutto i ricoverati nelle Marche per infezione da Coronavirus sono 954, di cui 138 in terapia intensiva, 137 in area post critica, 679 in reparti di terapie non intensive, soprattutto Malattie e infettive e pneumologia. Ieri si è registrato anche il caso positivo di un bambino di pochi giorni, arrivato al Salesi di Ancona da Urbino per un’operazione: i medici per precauzione gli hanno fatto prima il tampone, che è risultato infetto, anche se il piccolo sta bene. Preoccupano molto invece i continui ricoveri. Ancora pochi giorni e il piano sanitario d’emergenza, aggiornato più volte in corsa, rischia di saltare come un tappo sotto pressione.

Così anche la Regione Marche, come la Lombardia, si affida all’esperienza dell’ex numero uno della Protezione civile. Ieri mattina il governatore Luca Ceriscioli ha rotto gli indugi. «Ho contattato l’ex capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso, che attualmente sta collaborando con la Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza Coronavirus - spiega -. Siamo infatti intenzionati ad attuare nelle Marche le stesse soluzioni messe in campo dalla Lombardia, in quanto riteniamo che di questo avremo bisogno nei prossimi giorni. Ricordo infatti che le Marche sono la seconda regione, dopo la Lombardia, in termini di difficoltà legata all’emergenza Coronavirus». Ceriscioli, dopo aver ottenuto il via libera dal governatore lombardo Fontana, ha chiesto a Bertolaso la disponibilità di collaborare anche con la Regione Marche «per impostare il lavoro per la realizzazione di una struttura dedicata alla terapia intensiva». «In questo senso abbiamo già compiuto un miracolo, perché siamo già cresciuti di 85 posti letto dedicati, ma ne serviranno molti di più - prende atto il governatore -. I dati di oggi, infatti, confermano una crescita importante, soprattutto su Ancona». Con Bertolaso collaboreranno la dirigente del servizio Sanità della Regione Lucia Di Furia, il segretario generale Deborah Giraldi e il Direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi con il direttore sanitario Alfredo Cordoni. 

Ieri sono salite a quattro le persone dichiarate guarite, i pazienti dimessi sono 103, ma pesa ancora tantissimo la lista dei caduti, ormai più di 200.

Ieri altri 19, in gran parte (14) del Pesarese. La provincia più a nord resta quella con il maggior numero di casi di contagio: 1.249, seguita da Ancona con 676, Macerata (293), Fermo (113), Ascoli Piceno con 56. Sono 4.916 le persone in isolamento domiciliare, di cui 484 operatori sanitari. Dovrebbero arrivare già da oggi altri medici, della task force annunciata dalla Protezione civile dopo l’appello di Ceriscioli al premier Conte.

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