Certificati di malattia raddoppiati a marzo, cassa in deroga più veloce a maggio

Certificati di malattia raddoppiati a marzo, cassa in deroga più veloce a maggio
Certificati di malattia raddoppiati a marzo, cassa in deroga più veloce a maggio
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Domenica 10 Maggio 2020, 05:50

Un’incidenza secca del doppio rispetto alle assenze sul posto di lavoro dello scorso anno. Se qualcuno voleva farsi un’idea di quanto a marzo il virus avesse provocato sconquassi nell’organizzazione delle 166mila aziende marchigiane c’è solo da accomodarsi. I dati Inps dei certificati di malattia da gennaio a oggi consegnano dati in linea con la tregenda vissuta dal sistema sanitario arrivato sull’orlo del collasso e prestano il fianco a una doppia interpretazione.

La prima che balza all’occhio è certamente l’impennata dei certificati di malattia rispetto all’anno precedente nello stesso periodo: da 28mila persone a casa a 57mila nel terzo mese dell’anno. Secondo Fabio Vitale, direttore Inps Marche, un rialzo netto nel quale vanno inglobate le conseguenze in senso lato dell’effetto Covid. «Verosimilmente, il picco di marso va ascritto nella più ampia accezione all’avanzata del Coronavirus». Vale a dire un ventaglio di situazioni che si possono presentare su una scala di intensità crescente che si è attivata in questa situazione eccezionale. «Per le nostre valutazioni - continua Vitale - sono entrate nelle certificazioni intanto tutte le fragilità di partenza e poi il combinato di quarantena e malattia che ha toccato tutta la comunità». 

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Dietro ai numeri, all’Inps si sono fatti anche un’idea sul fatto che «ci siano state anche prognosi più lunghe e anche più malattie comuni. Moltissime malattie - dettaglia Vitale - sono iniziate a marzo per proseguire ad aprile». Un dato interessante a freddo è scoprire che ad aprile sono arrivati all’Inps meno certificati di malattia rispetto allo scorso anno. «Con circa 40mila persone in cassa integrazione (tra ordinaria e in deroga) è possibile - suppone Vitale che sia calata, in proporzione, anche la quota di persone che sono incappate nell’assenza dal lavoro per malattia. La malattia in fatti in linea teorica non è sovrapponibile alla cassa. In generale, il dato di rapporto rispetto allo scorso anno è un trend: su questo i dati di febbraio e di aprile combaciano. Mentre il dato monstre di marzo dice che tanti lavoratori si sono messi in malattia per evitare gli effetti della pandemia». Meno misurabile la riduzione delle malattie per l’effetto smartworking che ha messo i lavoratori di stare in condizioni più agevoli non frequentando luoghi di contaggio (mezzi pubblici e luoghi di lavoro, principalmente).

Su questi dati si rifletterà più a freddo quando sarà possibile analizzare le categorie professionali dei lavoratori finiti in malattia. Intanto l’Inps sta continuando a macinare le pratiche della cassa integrazione ed è alla soglia dei 40mila pagamenti effettuati. Vitale parla di due notizie all’orizzonte: una buona e una cattiva. Iniziamo da quella cattiva «La cattiva - dice il dirigente - è che cassa integrazione ordinaria e Fondi di solidarietà sono finiti. Si sta aspettando il rifinanziamento. Se arriverà con la manovra di maggio? È auspicabile e credo che ci siano buoni margini perché questo accada». E quella buona? «Nel corso di una riunione di questa settimana ci è stato annunciato che si sta studiando all’interno della manovra di maggio la semplificazione del percorso per un pagamento più veloce della cassa integrazione in deroga». 

Sul punto c’è stato anche un impegno del presidente del consiglio Conte. «La fase autorizzativa si dovrebbe accorciare di circa venti giorni e questo andrebbe incontro ai lavoratori rimasti senza stipendio».

Tradotto per le Marche, direttore, che cosa significa? «La nostra regione aveva un tempo medio di pagamento di 82 giorni quindi dovremmo rientrare nei due mesi. In realtà lavorando in parallelo in queste settimane noi siamo già riusciti ad aprire la nostra scorciatoia».

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